23 Giugno 2025
È stato trasferito questa mattina, poco dopo le 9, all’interno del deposito nel porto di Termini Imerese il relitto del Bayesian. Ora, il relitto dello yacht Perini Navi sarà sottoposto a un delicato intervento di svuotamento: all’interno dell’imbarcazione si trovano ancora 18mila litri di carburante.
Le operazioni di issaggio della nave in porto, che si sono svolte alla presenza dell'avvocato Salvatore Caradonna, legale della società Portitalia, “sono andate a buon fine”. La barca, attualmente, è sotto sorveglianza delle forze dell’ordine.
Sabato scorso, il Bayesian era stato sollevato dai fondali grazie alla Hebo Lift 10, una gru di grandi dimensioni utilizzata per riportare in superficie lo scafo. A coordinare la custodia giudiziaria è stata la società Portitalia, che gestisce anche il terminal container di Termini Imerese. Su incarico della Procura della Repubblica, la società ha delimitato l’area delle operazioni installando recinzioni e telecamere lungo tutto il perimetro per impedire incursioni e garantire la massima sicurezza.
Intanto, nel punto esatto del naufragio, resta in azione la Hebo Lift 2. L’altra gru si occuperà di riportare in superficie l’albero maestro del veliero, lungo 72 metri e ancora sommerso a 49 metri di profondità. Le operazioni sono previste tra oggi e domani: “All'albero verranno attaccati dei palloni che lo porteranno in superficie”.
Secondo quanto appreso da ambienti vicini alle indagini, il materiale informatico sensibile – tra cui computer, hard disk e memorie esterne – appartenente a Mike Lynch sarebbe stato rimosso dalle casseforti prima ancora dell’avvio delle operazioni ufficiali di recupero. Un’operazione silenziosa e rapidissima da parte dell’MI6, con cui Lynch aveva legami grazie alla sua azienda Darktrace. Lynch non era un imprenditore qualsiasi. Dopo la discussa vendita di Autonomy, nel 2011, aveva cofondato Darktrace, azienda di cybersecurity che vedeva nel Cda la presenza di ex ufficiali del MI5, del GCHQ e persino membri dei servizi americani e israeliani.
Intervistatati dal GdI, 2 inquirenti hanno rivelato che i servizi segreti avrebbero “piazzato cariche esplosive sullo scafo del veliero e fatte esplodere la notte tra il 18 e 19 agosto”. Inoltre, hanno aggiunto che “molto probabilmente le prove saranno occultate una volta che lo yacht sarà recuperato e spostato verso il porto di Termini Imerese”.
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