09 Ottobre 2021
Altra protesta No Green pass di scena a Roma, nel silenzio generale dei media, a parte qualche eccezione. Una folla, si badi bene, una folla - e non 4 gatti no-vax - si è riversata nelle strade della Capitale per protestare contro il Green pass obbligatorio per andare al lavoro. "Draghi, draghi, vaffanc**o", hanno intonato i manifestanti. IL VIDEO.
Il green pass sarà obbligatorio dal 15 ottobre in Italia per lavorare, sia nel pubblico che nel privato, e, a meno di una settimana, le Regioni sembrano accorgersi che il Paese rischia di fermarsi per colpa delle regole previste dal decreto. Per evitare il peggio, le Regioni hanno dunque proposto di aumentare la validità dei tamponi per il rilascio del green pass, chiedendo di portandoli a 72 ore e di concedere alle aziende di organizzarsi anche in autonomia per l'esecuzione dei test in azienda. Ma dal Governo per ora tutto tace. D'altra parte, una politica che porti a facilitare l'accesso ai tamponi, annullerebbe la recente politica del ricatto: o ti vaccini o te la facciamo pagare non permettendoti di lavorare.
La Lega ha già chiesto al governo di intervenire per evitare che dal 15 ottobre si crei il caos nei luoghi di lavoro. Matteo Salvini ha lanciato un appello sui social: "Allungare la durata minima del Green Pass da 48 a 72 ore è possibile, anzi doveroso e previsto dall'Europa", ha iniziato. "Evitare caos, blocchi e licenziamenti il 15 ottobre è fondamentale", scrive su Twitter. In allarme anche le Regioni. "Lei non ha idea del caos che scoppierà nelle aziende il 15 ottobre, perché non saremo in grado di offrire a tutti i non vaccinati un tampone ogni 48 ore", ha detto il Governatore del Veneto Luca Zaia, intervistato a La Repubblica. "Gli imprenditori con cui parlo io sono preoccupatissimi. Non si tratta di contestare il Green Pass, bensì di guardare in faccia la realtà: gran parte di questi 590 mila non vaccinati probabilmente non si vaccineranno mai, e del resto una quota di scettici c’è in tutti i paesi per qualsiasi vaccinazione", aggiunge Zaia.
Secondo il Governatore, bisognerebbe, infatti, "consentire di fare i test fai da te nelle aziende, con la sorveglianza delle imprese. I tamponi nasali sono certificati e diffusi in tutto il mondo. I controlli in questo caso si farebbero direttamente in azienda. Tra gli imprenditori c’è chi è anche disposto a pagarli di tasca sua. Se acquistati in grandi stock possono costare dai 4 ai 7 euro". "Ho aperto per primo alla terza dose. Ma da amministratore mi corre l’obbligo di guardare in faccia la realtà - ha concluso Zaia -. Cosa faranno questi 590mila senza protezione? Resteranno senza lavoro?". Sulla questione è intervenuto Massimiliano Fedriga, presidente leghista del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni: "Il governo deve intervenire tempestivamente, per consentire alle imprese di organizzarsi. Non possiamo penalizzare le aziende in questa fase fondamentale di ripresa", ha detto a La Stampa.
Infine è intervenuta anche la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini: "Va valutata davvero molto seriamente da parte del governo l'opportunità di introdurre l'obbligo vaccinale, perché non si può rischiare di compromettere da una parte la salute pubblica e dall'altra la ripresa economica. Lo abbiamo sempre considerato una misura estrema, che ora va presa in seria considerazione. Il Green Pass si è dimostrato il passepartout per uscire dalla pandemia" ma "purtroppo sono milioni nella fascia di età lavorativa" i non vaccinati e "ora rischia di creare il caos nelle aziende per il numero abnorme di tamponi" necessari.
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