22 Ottobre 2025
Andrea Sempio, fonte: Facebook, @Albina Perri direttore di Giallo
Si infittisce la rete di bugie e sospetti sul delitto di Garlasco, avvenuto 18 anni fa. Un nuovo super testimone potrebbe rimettere in discussione la posizione di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e indagato per la seconda volta. Un uomo si è recato spontaneamente presso la caserma del Comando provinciale dei carabinieri di Milano, in via Moscova, sostenendo che lo scontrino esibito da Sempio come "prova madre" del suo alibi, non apparterrebbe né a lui né a un componente della sua famiglia.
A 18 anni dal delitto di Garlasco, le dichiarazioni di un nuovo testimone potrebbero mettere in discussione la posizione di Andrea Sempio. L’uomo avrebbe dichiarato ai militari che "la storia di quello scontrino non è come è stata raccontata". I carabinieri hanno poi informato la Procura di Pavia che si occupa dell’inchiesta. Gli inquirenti sono risaliti a una persona "informata sui fatti" interrogata sul caso del ticket del parcheggio di Vigevano del 13 agosto 2007, quello fornito un anno dopo il delitto - il 4 ottobre 2008 – da Andrea Sempio ai carabinieri di Vigevano.
Un biglietto che nella prima indagine a suo carico, nel 2017, era stato uno dei punti cardine dell’archiviazione. Durante l’interrogatorio del 10 febbraio 2017 Sempio aveva dichiarato che "quello scontrino è stato ritrovato da mio padre o mia madre sulla macchina qualche giorno dopo il fatto, quando io ero già stato sentito. Mia madre ha detto "per sicurezza teniamolo", quindi i miei genitori hanno deciso di conservarlo". Aveva poi aggiunto che "la seconda volta che sono stato sentito non avevo con me lo scontrino ma ho solo riferito ai carabinieri che lo avevo, quindi sono stati loro a dirmi di andare a prenderlo. Mi sono quindi recato insieme a mio padre a casa dove l’ho preso e l’ho portato in caserma".
Il ticket che potrebbe portare a nuovi risvolti nell’omicidio di Chiara Poggi è uno scontrino che riporta il pagamento di un euro per un'ora di sosta in piazza Sant'Ambrogio a Vigevano, emesso alle 10.18 del 13 agosto 2007, giorno in cui la vittima è stata trovata morta in casa. Andrea Sempio consegnò lo scontrino solo un anno dopo il delitto, e custodito dalla madre Daniela Ferrari.
A sostenere che quello scontrino sia falso è anche Fabrizio Gallo, legale dell'ex avvocato di Sempio Massimo Lovati, che di recente ha dichiarato: "Se lui continua a usare quello scontrino, va contro un muro: se non si trova il riscontro esterno è carta straccia. Lo scontrino è falso. Lovati sostiene che, se una persona è innocente, non ha bisogno di correre per trovarsi un alibi".
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