14 Marzo 2025
Nel caso dell'omicidio di Chiara Poggi presente anche la collaborazione del superconsulente del caso di Yara Gambirasio, Carlo Prevederè. Il gentista, che ha analizzato le tracce di Dna trovate sotto le unghie della vittima, è sicuro: "Il Dna appartiene ad Andrea Sempio". L'amico del fratello della ragazza ora è iscritto nel registro degli indagati, dopo che nuove prove, oltre al Dna, sono state prese in considerazione. Tra queste il biglietto del parcheggio di Vigevano mostrato nel 2008 ai carabinieri e una intercettazione telefonica del 2017 tra l'uomo e il padre, dove i due affermano di aver "cannato sullo scontrino".
A Carlo Prevederè, superconsulente del caso Yara e genetista dell'Università di Pavia, era stata chiesto a fine 2023 di confrontare le tracce del Dna sotto le unghie di Chiara Poggi con quelle di Andrea Sempio. Dagli esami emerge che "uno dei cinque aplotipi repertati, e precisamente quello relativo ad Andrea Sempio, risultava compatibile con quelli ottenuti dai margini ungueali della vittima", inoltre la consulenza della Procura ha escluso invece la presenza di Dna di Alberto Stasi, condannato a 16 anni. Ieri Sempio è stato sottoposto coattivamente ad un nuovo prelievo del Dna dai carabinieri, l'esito è atteso entro un mese. Il legale del 37enne ha fatto sapere che il suo assistito "non aveva nessun rapporto con Chiara", e che "non si è sottoposto volontariamente al test perchè volevamo un'ordinanza del gip, una persona terza".
Tra gli elementi dubbi del caso figura lo scontrino del parcheggio di Vigevano conservato per un anno e mostrato da Sempio ai carabinieri nel 2008, per dimostrare di essere altrove al momento dell'omicidio. Una cosa "inusuale" la conservazione prolungata del ticket secondo gli investigatori. A confermare i dubbi sul biglietto è emersa un'intercettazione del 2017 tra Sempio e il padre. Dopo che i due sono stati interrogati, l'uomo aveva chiamato il genitore dicendo: "Ne abbiamo cannata una. Io ho detto che lo scontrino era stato trovato dopo che ero stato sentito (nel 2007). Tu che l’abbiamo ritrovato prima".
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