16 Dicembre 2025
La Repubblica e La Stampa, fonte: Wikipedia
Anche l'ambasciata russa in Italia si è pronunciata sulla cessione del gruppo editoriale Gedi, auspicando a un miglioramento del livello del giornalismo con i nuovi proprietari. Nel mirino, due testate del gruppo: Repubblica e La Stampa, definite dal Cremlino come "megafoni occidentali di propaganda anti-russa".
L’ambasciata russa in Italia ha puntato il dito contro le testate giornalistiche italiane Repubblica e La Stampa, definendole “megafoni di una sfrenata propaganda anti-russa”. In un post pubblicato su Telegram, la rappresentanza diplomatica ha auspicato che, con i nuovi proprietari, i quotidiani possano tornare a rispettare la tradizione del giornalismo professionale: “I loro giornalisti hanno fatto di tutto per compiacere i proprietari delle rispettive testate, appartenenti ai vertici liberal-globalisti, ma questo non è bastato a salvarli”.
Secondo l’ambasciata, entrambe le testate avrebbero rinunciato alle proprie radici storiche e al ruolo di simboli del libero giornalismo italiano, cedendo a logiche editoriali orientate da motivazioni politiche filo-occidentali. Prosegue il post: “Ci auguriamo che i nuovi proprietari possano riportare le pubblicazioni sulla retta via del giornalismo professionale, migliorando la qualità dei materiali pubblicati e l’obiettività dell’informazione”.
La nota ha suscitato immediate reazioni in Italia, con il Cdr di Repubblica che ha bollato l’intervento come “un’ingerenza gravissima” nei confronti del sistema dell’informazione democratica. Tuttavia, l’ambasciata russa sottolinea come le critiche non siano dirette al pluralismo o alla libertà di stampa in generale, ma a quello che percepisce come un orientamento ideologico anti-Russia, accentuato dai proprietari delle testate e dai giornalisti stessi.
Dal punto di vista diplomatico russo, la richiesta è di un ritorno a un’informazione equilibrata e non condizionata da pressioni politiche esterne. L’auspicio è che la nuova proprietà possa garantire un’informazione più imparziale, capace di restituire al pubblico italiano una visione più completa e meno distorta dei rapporti internazionali, soprattutto riguardo alla Russia.
Il dibattito politico in Italia si è acceso, con voci che difendono la libertà di stampa e altre che invitano a riflettere sull’indipendenza editoriale. L’ambasciata insiste sul fatto che la critica non è un attacco alla libertà, ma una sollecitazione affinché il giornalismo torni a essere strumento di verità, lontano da campagne propagandistiche occidentali.
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