02 Novembre 2023
Sede WeWork a Washington, fonte: Wikipedia
WeWork crolla del 42% a Wall Street e si avvicina al rischio fallimento. Già in occasione della pubblicazione dei risultati di metà anno la non società aveva nascosto le evidenti difficoltà finanziarie, allocando tra le cause l'eccesso di offerta nel settore immobiliare commerciale, la crescente concorrenza negli spazi flessibili e la volatilità macroeconomica che hanno portato a una domanda più debole del previsto.
Lo scorso 10 Agosto, come riportato da Il Giornale d'Italia, il management societario aveva spiegato in una nota di avere ""dubbi sostanziali sulla sua capacità di continuare come un'azienda in funzionamento" annunciando anche le dimissioni di tre membri del consiglio di amministrazione.
Un mix perfetto di fattori che, unito al mancato pagamento degli interessi agli obbligazionisti, potrebbe ben presto costringere WeWork a presentare istanza di fallimento appellandosi al Chapter 11, la procedura di insolvenza controllata prevista dal codice americano per evitare un crac totale. La società statunitense starebbe valutando di dichiarare bancarotta già la prossima settimana.
WeWork è stata Fondata nel 2010 a New York come società di coworking, ossia con la volontà di creare ambienti in cui persone e aziende potessero riunirsi e lavorare. Attualmente conta 777 sedi (di cui cinque sono in Italia, tutte a Milano) in 39 Paesi differenti e con una forza lavoro di circa 906 mila unità. La società degli spazi condivisi, il cui principale investitore è SoftBank, era stata valutata per 47 miliardi di dollari nel 2019.
Il primo duro colpo per l'azienda statunitense arriva durante la pandemia, dopo essere già stata salvata nel 2019 con un maxi-finanziamento da 5 miliardi. Ben presto è arrivato però anche il secondo ostacolo: gli alti tassi di interesse, che hanno causato a WeWork una perdita di 696 milioni con un debito allo scorso 30 giugno di 2,9 miliardi.
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