18 Dicembre 2025
Ginacarlo Giorgetti, Mef, Fonte: lapresse.it
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha rivendicato in Parlamento la correttezza dell’azione pubblica su Monte dei Paschi di Siena, partendo dal salvataggio del 2016 fino all’Opas su Mediobanca e al progressivo disimpegno del Tesoro. In particolare, ha chiarito che la decisione di lanciare l’offerta su Mediobanca è stata assunta in piena autonomia dal management della banca senese, mentre lo Stato, in qualità di azionista, si è limitato a prenderne atto. A sostegno della legittimità dell’operazione, Giorgetti ha ricordato l’ampio consenso assembleare, con oltre l’80% dei voti favorevoli, e l’elevata adesione all’Opas da parte degli azionisti di Mediobanca, pari all’86,3%.
Nel corso di un’informativa urgente alla Camera, il titolare del Mef ha spiegato che i contatti avuti con esponenti istituzionali e del settore bancario erano finalizzati esclusivamente a favorire assetti capaci di "garantire stabilità e futuro all’istituto", escludendo qualsiasi forma di ingerenza o pressione sui soggetti coinvolti. Il riferimento è ai colloqui preliminari con Caltagirone e con i vertici di Delfin, holding della famiglia Del Vecchio, avvenuti in vista della cessione di una quota di Mps e successivamente comunicati alla Consob dagli stessi interessati.
Giorgetti ha ripercorso l’evoluzione del titolo Mps, ricordando come nell’ottobre 2022, dopo l’aumento di capitale da 2,5 miliardi, il prezzo fosse pari a 1,95 euro per azione, mentre a dicembre 2025 ha superato quota 8 euro. Un risultato che, secondo il ministro, testimonia il successo di un percorso che ha consentito "allo Stato di incassare circa 2,6 miliardi a fronte di un investimento complessivo di 1,6 miliardi, mantenendo al contempo una partecipazione residua oggi stimabile in circa 1,2 miliardi". Il ritorno alla redditività e il rafforzamento patrimoniale sono stati attribuiti anche all’operato del management guidato da Luigi Lovaglio, pubblicamente elogiato da Giorgetti "per una politica di compensi significativamente più contenuta rispetto a quella dei vertici di banche comparabili".
Entrando nel dettaglio delle dismissioni, il ministro ha ricordato le tre principali operazioni di vendita: la prima nel novembre 2023 (25% del capitale a 2,92 euro), la seconda nel marzo 2024 (12,5% a 4,15 euro) e la terza il 13 novembre 2024 (15% a 5,792 euro, con un premio superiore al 5%). "Tutte le operazioni - ha spiegato Giorgetti - erano orientate a rispettare gli impegni assunti con l’Unione europea e, al tempo stesso, a tutelare i risparmiatori e la stabilità dell’istituto".
Sul terzo Accelerated Bookbuild, oggi al vaglio della Procura di Milano, Giorgetti ha difeso la scelta di Banca Akros come "unico intermediario del collocamento". Secondo il ministro, l’istituto offriva le condizioni "più vantaggiose per lo Stato, garantendo il miglior prezzo di backstop rispetto a competitor come Citi, Bank of America, Ubs e Jefferies". Ha inoltre precisato che, stando alle comunicazioni del bookrunner, "nessun investitore che aveva presentato un’offerta è stato escluso. Le quote sono così state assegnate a Delfin (3,5%), Caltagirone (3,6%), Anima (3%) e Banco Bpm (5%)".
L’opposizione ha contestato la procedura, parlando di anomalie nei tempi e nei prezzi del collocamento e definendo sospetta la scelta del bookrunner, anche alla luce del legame tra Banca Akros e Banco Bpm. Giorgetti ha replicato richiamando una nota della Commissione europea del 21 ottobre 2025, successiva a un esposto di Mediobanca, che ha certificato il carattere "aperto, trasparente e competitivo dell’operazione".
Il ministro ha inoltre sottolineato che nessuna delle operazioni di vendita ha comportato "il trasferimento di una partecipazione di controllo", circostanza che avrebbe richiesto un premio ben più elevato. Eventuali acquisti successivi effettuati autonomamente sul mercato da singoli soggetti, ha precisato, "esulano dalle competenze e dalla procedura del Mef".
Guardando avanti, Giorgetti ha chiarito che la partecipazione residua del Tesoro in Mps non sarà gestita con "una logica puramente finanziaria, ma secondo un approccio strategico". Un punto fermo, però, è già stato fissato: "Il Mef non presenterà liste per il prossimo rinnovo del consiglio di amministrazione".
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