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Iren e Ambrosetti, presentato il Position Paper sulla centralità delle materie prime critiche per l'industria italiana

È stato presentato a Roma il Position Paper “Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Iren. I principali risultati dello Studio hanno l’obiettivo di qualificare la centralità delle materie prime critiche per le produzioni industriali europee, mettendo in luce le potenziali criticità legate alla concentrazione delle forniture

24 Maggio 2023

Iren e Ambrosetti, presentato il Position Paper sulla centralità delle materie prime critiche per l'industria italiana

Si è tenuta il 24 maggio a Roma, presso la sede dell’Ara Pacis, la presentazione del Position Paper “Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare” - realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Iren

L’evento di presentazione, moderato dalla giornalista Laura Tecce, ha visto la partecipazione di Adolfo Urso (Ministro delle Imprese e del Made in Italy), Valerio De Molli (Managing Partner & CEO, The European House - Ambrosetti), Luca Dal Fabbro (Presidente, Iren), Fiorenzo Fiumanti (Direttore Generale, Ispra) e Danilo Bonato (Direttore Generale, Erion). 

I principali risultati dello Studio hanno l’obiettivo di qualificare la centralità delle materie prime critiche per le produzioni industriali europee, mettendo in luce le potenziali criticità legate alla concentrazione delle forniture, e quantificando il fabbisogno attuale e prospettico per l’Italia tramite l’identificazione delle opportunità derivanti dall’economia circolare.

“Le materie prime critiche sono centrali per l’industria europea e rientrano in tecnologie chiave per la politica energetica e digitale, in un contesto in cui l’Europa e l’Italia sono fortemente dipendenti da Paesi terzi. In Italia, in particolare, il fabbisogno di materie prime critiche strategiche è previsto crescere fino a 11 volte rispetto ad oggi, rendendo necessarie soluzioni di policy volte a garantire un approvvigionamento sicuro e resiliente”, spiega Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo di The European House - Ambrosetti.

“I risultati della ricerca - afferma il presidente di Iren Luca Dal Fabbro – dimostrano come l’incremento della dotazione impiantistica in termini di recupero e riciclo delle materie prime critiche sia l’azione più urgente da intraprendere a beneficio della sicurezza del sistema economico italiano. Al 2040 l’economia circolare potrà soddisfare fino al 32% del fabbisogno annuo di materie prime strategiche in Italia. Iren eserciterà un ruolo da protagonista in questo ambito, forte di un piano industriale che prevede al 2030 10,5 miliardi di Euro di investimenti con l’obiettivo di diventare il player di riferimento per l’economia circolare nel Paese”.

Dal Fabbro, Iren: “Materie prime critiche, il riciclo può recuperare il 40% del fabbisogno. Necessari processi autorizzativi più veloci”

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Cina, Europa e transizione energetica: uno scenario in mutamento

Durante la Tavola Rotonda sono stati condivisi i principali risultati dello Studio, con l’obiettivo di qualificare la centralità delle materie prime critiche per le produzioni industriali europee, mettendo in luce le potenziali criticità legate alla concentrazione delle forniture, e quantificare il fabbisogno attuale e prospettico per l’Italia identificando le opportunità derivanti dall’economia circolare.


Nel 2023 la Commissione Europea ha identificato 34 materie prime critiche per l’industria Europea (20 in più rispetto alla rilevazione effettuata nel 2011), di cui la Cina è oggi il principale fornitore europeo (56% delle materie prime critiche) con implicazioni significative per i target energetici al 2030: se la Cina interrompesse la fornitura di terre rare all’Europa, da qui al 2030 sarebbero a rischio 241 GW di eolico (47% del totale) e 33,8 milioni di veicoli elettrici (66% del totale), rendendo impossibile il raggiungimento degli obiettivi legati alle linee guida europee.

De Molli, Ambrosetti: "Materie prime critiche, se Cina blocca forniture, Italia è in ginocchio. Dal PNRR solo €500 mln per la circolarità"

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All’interno di questo mercato fortemente concentrato, il Critical Raw Materials Act, emanato a marzo 2023 dalla Commissione Europea stabilisce che, entro il 2030, estrazione, raffinazione e riciclo debbano soddisfare, rispettivamente, almeno il 10%, 40% e 15% del fabbisogno europeo di materie prime critiche, con l’obiettivo di rendere le filiere industriali più resilienti e meno dipendenti da Paesi terzi. Inoltre, al massimo il 65% delle materie prime critiche consumate potranno essere importate da un singolo Paese. Sempre nel 2023 la Commissione Europea ha introdotto anche il concetto di materie prime strategiche, ovvero le materie prime necessarie per produzioni industriali che ricadono in settori di utilizzo strategici identificati in: energie rinnovabili, mobilità elettrica, digitale, aerospazio e difesa.

La transizione energetica avrà poi un impatto rilevante sul fabbisogno di materie prime strategiche, anche per l’Italia, dove è previsto che al 2040 questo cresca fino a 11 volte  nell’ipotesi di una specializzazione produttiva del Paese sugli ambiti dell’eolico e del fotovoltaico e di una espansione tecnologica coerente con i target energetici europei. 

L’economia circolare aumenta competitività, resilienza e sicurezza del paese


In generale, alla luce del crescente fabbisogno di materie prime critiche strategiche, esistono dei vincoli da considerare per soddisfare tali fabbisogni. Infatti, da un lato, le materie prime critiche strategiche hanno pochi materiali sostituti, parte dei quali sono a loro volta critici e con soluzioni a minor maturità tecnologica che rendono difficile performance comparabili. Dall’altro lato, l’estrazione di materiali minerali metallici in Italia è oggi sostanzialmente nulla, con tempi autorizzativi per valorizzare un nuovo sito minerario che raggiungono in Europa 15/17 anni.

In questo quadro, l’economia circolare rappresenta quindi una leva ad alto potenziale, anche alla luce dei volumi crescenti di tecnologie low-carbon che raggiungeranno il fine vita: lo stock di prodotti riciclabili da qui al 2040 è previsto crescere di 13 volte. In questo contesto, il riciclo potrà soddisfare nel 2040 dal 20% al 32% del fabbisogno italiano annuo di materie prime strategiche, con il target del 15% fissato dalla Commissione Europea che può essere raggiunto già nel 2030. Tuttavia, per raggiungere tassi di riciclo significativi e potenziare l’autonomia strategica italiana è necessario un incremento della dotazione impiantistica: The European House - Ambrosetti ha stimato che in Italia saranno necessari 7 impianti per valorizzare i prodotti che contengono materie prime critiche, per un investimento complessivo di circa 336 milioni di Euro.

 

Gli obiettivi di Iren


Iren attiva nei settori strategici dell’energia, dell’acqua, dell’ambiente e delle reti fornirà un contributo sostanziale al raggiungimento dei target richiesti dal Critical Raw Materials Act grazie alla gestione diretta di circa 60 impianti di trattamento dei rifiuti in Italia, fra i quali innovative linee di trattamento dei RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) per il recupero delle materie prime critiche contenute. 

Nel piano industriale Iren al 2030, che prevede circa 10,5 miliardi di investimenti, l’80% dei quali dedicati alla crescita sostenibile, è previsto un ulteriore sviluppo impiantistico, fra cui la realizzazione del primo impianto italiano dedicato esclusivamente al recupero dei materiali preziosi e materie prime critiche, la cui costruzione partirà entro il 2023 in Valdarno. Il Piano Industriale prevede inoltre la realizzazione di un secondo impianto, in provincia di Siena, che sarà focalizzato sul riciclo dei pannelli fotovoltaici a fine vita e avrà una capacità di trattamento massima di circa 9mila tonnellate annue per vetro, alluminio, rame, plastica e silici.

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