05 Maggio 2023
Il Tesoro italiano è pronto ad accogliere una proposta congiunta per l'acquisto della rete di Telecom Italia (TIM) (TLIT.MI) da parte di KKR degli Stati Uniti e di CDP, al fine di porre fine al stallo sul processo di vendita dell'importante asset della compagnia telefonica. Si prospetta quindi il congiungimento delle offerte, come anticipato da Il Giornale d'Italia, oltre al coinvolgimento di F2i.
I direttori di TIM hanno fissato un termine ultimo per il 9 giugno per eventuali offerte migliorative da parte di KKR e di un'altra cordata composta da CDP e dal fondo australiano Macquarie (MQG.AX).
Durante le recenti trattative con le parti coinvolte, il Tesoro ha dichiarato di essere a favore di un'offerta congiunta per la rete di TIM, secondo quanto riferito da due fonti a conoscenza della situazione a Reuters. Uno dei due ha aggiunto che il ministero sarebbe anche aperto all'ipotesi di coinvolgere il fondo F2i nel processo, qualora le trattative su un'offerta congiunta dovessero rivelarsi fattibili.
TIM, CDP, Macquarie e KKR hanno declinato di rilasciare commenti, mentre F2i non è immediatamente disponibile per commenti.
Ieri si è tenuto il board presieduto da Salvatore Rossi, durante il quale è stato deciso di sondare la disponibilità a migliorare le offerte non vincolanti ricevute per l'asset da Cdp-Macquarie e Kkr. Entrambi hanno mostrato la volontà di rivedere la proposta, con una scadenza fissata al 9 giugno. Si tratta dell'ultimo tentativo per rilanciare la cessione di Netco, con l'amministratore delegato che ha sostenuto la decisione presa.
Il cda di Telecom Italia ha respinto l'offerta di Kkr e Cdp-Macquarie per l'acquisizione del gruppo. Nonostante le offerte di 21 miliardi di euro da parte di Kkr e di 19,3 miliardi di euro da parte di Cdp-Macquarie, la valutazione ritenuta congrua dai francesi, Vivendi, primo azionista del gruppo tlc, non è stata raggiunta. Alla luce di questa decisione, il cda lancerà un ultimo rimpallo con Kkr alla ricerca di offerte più alte, con l’obiettivo di trovare una soluzione che soddisfi tutti i soci. Si prospetta una sfida decisiva, nella quale potrebbero arrivare proposte effettivamente migliorative e non solo piccoli ritocchi strategici alle valutazioni.
Il dossier Tim, in bilico tra scontro e pressioni, si riaccende: l'AD di Poste Italiane, Matteo Del Fante, ieri ha chiarito che «non c'è nessun dossier aperto» sulla società, ma la tensione dietro le quinte sta tenendo gli investitori alla larga dal titolo. Lo dimostra il crollo delle azioni, che nell’ultimo mese hanno perso oltre il 18%: un segnale che le azioni alternative, come l'ingresso di società a controllo pubblico, potrebbero prendere il sopravvento.
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