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Enrico Ferrazzi (Fondazione Rava):"Dopo il terremoto, siamo partiti immediatamente per Haiti, abbiamo lavorato interrottamente per tre settimane"

Enrico Ferrazzi, medico e volontario per la Fondazione Rava, in occasione della presentazione del libro "Ti cercherò per sempre, la storia di due sorelle e della Fondazione Francesca Rava", racconta la sua esperienza come medico durante il terremoto di Haiti

12 Dicembre 2025

Enrico Ferrazzi, medico e volontario per la Fondazione Rava, in occasione della presentazione del libro "Ti cercherò per sempre, la storia di due sorelle e della Fondazione Francesca Rava", racconta la sua esperienza come medico durante il terremoto di Haiti del 2010.

Ci racconti del suo incontro con la Fondazione

Poco dopo l'incontro, siamo venuti a Natale del 2010.Dovevamo fare un sopralluogo all'ospedale pediatrico di Haiti. L'abbiamo fatto con il collega neonatologo l'idea era quella di capire come poter sviluppare una parte materno-neonatale oltre che  parte pediatrica che già era attiva e funzionava molto bene. Il primo approccio è stato quello e quindi è durato una decina di giorni, a cavallo delle festività natalizie. Poi noi siamo tornati a Milano e proprio l'undici, il 12, c'è stato il terremoto. A quel punto siamo stati chiamati in appello per capire chi poteva ritornare rapidamente ad aiutare la situazione così tragica che si era determinata. Quindi siamo tornati, siamo tornati subito. Prima i miei specializzandi ero al Buzzi allora e poi subito dopo, appena un po' organizzata due giorni dopo, organizzata la mia assenza come direttore del Buzzi. Li ho aggiunti e siamo ovviamente lavorati le due, tre settimane di seguito. È stato un momento molto particolare nella vita professionale e umana.

Come l'ha cambiata, a livello umano, questa esperienza?

Mi ha cambiato  perché è stata la prima volta in cui, nonostante avessi sempre avuto come educazione anche famigliare una sensibilità per il sociale e per le problematiche anche internazionali dei paesi in via di sviluppo. Un conto è leggerlo su un libro e un conto è poi essere lì in una realtà un ancor più drammatica di quella che è la quotidianità, soprattutto dopo il terremoto. Quindi dopo un terremoto così devastante, è stata un'esperienza forte, umana, medica, importante.

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