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Tim, al via i rilanci sulla rete unica, da Cdp-Macquarie offerta da € 19,3 mld, da Kkr € 19 mld

Le offerte restano, pertanto, sotto quei 20 miliardi da molti individuati come la soglia minima per ricevere il via libera del cda Tim, convocato per il 4 maggio

19 Aprile 2023

Tim, al via i rilanci sulla rete unica, da Cdp-Macquarie offerta da € 19,3 mld, da Kkr € 19 mld

Non si ferma la giostra per la rete unica, alla scadenza della deadline sia Cdp-Macquarie sia Kkr hanno presentato offerte al rialzo – sempre non vincolanti – e secondo quanto si apprende le due cordate avrebbero rilanciato per circa 1 miliardo rispetto alle precedenti proposte.

Tim comunica con una nota che, nell'ambito del processo competitivo relativo a Netco, la società della rete, "sono pervenute due nuove offerte non vincolanti presentate, rispettivamente, dal consorzio formato da Cdp Equity e Macquarie Infrastructure and Real Assets (Europe) Limited, che agisce per conto di un gruppo di fondi di investimenti gestiti o assistiti dal gruppo Macquarie, e da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (Kkr)".

Da Cdp-Macquarie offerti € 19,3 mld

L'offerta del consorzio Cdp-Macquarie per la rete di Tim è stata migliorata e, secondo quanto apprende l'agenzia di stampa Ansa, è salita a circa 19,3 miliardi.

La proposta produrrebbe un impatto sul debito di Tim, riducendolo, di quasi 17 miliardi.

Kkr, € 19 mld e 2 di earn out



Anche Kkr ha presentato una nuova offerta. Il fondo ha messo sul piatto un miliardo più di prima, 19 miliardi più 2 di earn out, per un totale di 21 miliardi di euro.

Kkr ieri ha inviato alle grandi banche italiane ed estere una comfort letter con la richiesta di un finanziamento in due tranche per complessivi 10,5 miliardi che andrà ad integrare la componente equity, portando a una proposta di circa 22 miliardi.

 



Atteso per il 4 maggio il via libera dal Cda di Tim



Le offerte restano, pertanto, sotto quei 20 miliardi da molti individuati come la soglia minima per ricevere il via libera del cda Tim, convocato per il 4 maggio: i valori sono infatti ancora insufficienti a trovare il consenso dell'azionista di maggioranza, Vivendi, ma potrebbero essere una base di partenza per avviare una trattativa in esclusiva con uno dei due pretendenti.

 

Per Vivendi una valutazione corretta si aggira intorno ai 31 miliardi di euro e ha esortato i Cda a valutare solo le offerte che valutano equamente la rete. La decisione finale, secondo il socio francese, forte del suo 24%, spetterebbe comunque all'assemblea e se fosse messa ai voti durante una riunione straordinaria (dove le delibere passano solo con il voto favorevole di due terzi dei presenti), Vivendi avrebbe di fatto potere di veto.

 

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