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Sony Music decide di lasciare la Russia: "Impatto delle sanzioni insostenibile"

L'etichetta giapponese ha deciso di chiudere baracca in Russia e vendere il suo catalogo di artisti a una compagnia locale, attribuendo la causa al "danno umanitario" e alle sanzioni

13 Settembre 2022

Sanzioni, Sony Music decide di lasciare la Russia: "Impatto umanitario ed economico insostenibile"

Sony Music ha deciso di interrompere ogni attività in Russia, attribuendo le ragioni della scelta sia al disastro umanitario della guerra in Ucraina, che (forse la ragione più sincera) al peso insostenibile delle sanzioni, che non rende più profittevole o anche solo sostenibile continuare a fare affari in Russia. La gestione degli artisti sotto il catalogo Sony sarà ceduta, a quanto pare, a una società locale, secondo accordi finanziari ancora ignoti ma che si modelleranno, con ogni probabilità, su quelli compiuti con altre aziende e franchising che hanno abbandonato la Federazione Russa allo scoppio della guerra.

Sony: "Interrompiamo attività in Russia, sanzioni insostenibili"

A dire il vero, nei giorni precedenti all'invasione di febbraio, Sony aveva già quasi completamente interrotto le attività in Russia, anche in altri settori quali l'elettronica e l'intrattenimento. Tuttavia, un conto è congelare un'attività in attesa della risoluzione di una crisi, un'altra è abbandonare indefinitamente il paese, cedendo tutte le attività in esso collocate. Russia e Ucraina costituivano circa 0,7% dei profitti Sony, dunque è plausibile che i guadagni del gigante giapponese non siano più di tanto disturbati dalla sfavorevole congiuntura geopolitica.

Sony Music in Russia aveva sotto contratto circa 50 persone, che ora lavoreranno per la compagnia russa a cui Sony cederà i diritti sugli artisti. Arina Dmitrieva, ex direttrice della sezione russa di Sony, gestirà il processo e guiderà probabilmente la nuova compagnia. Potrebbe trattarsi di The Orchard, casa discografica indipendente che collaborava spesso con Sony e in cui Dmitrieva era coinvolta.

Il gruppo Warner, altro gigante discografico, ha rapidamente seguito la scelta del rivale giapponese; anche altre realtà del settore, come Universal, hanno sospeso tutte le attività allo scoppio della guerra. Un discreto disastro per l'industria musicale russa, che stava vivendo una stagione di grande crescita; Dmitrieva ha espresso comunque la convinzione che "i russi vogliono ascoltare musica russa", e dunque le perdite derivate dai problemi di streaming e la sospensione di tour internazionali saranno velocemente colmate.

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