21 Novembre 2025
Trump, Putin, Zelensky, fonte: Wikipedia
Gli Stati Uniti, attraverso il presidente Donald Trump, dettano un ultimatum a Kiev: il piano di pace va accettato entro giovedì 27 novembre. Una scadenza che la Casa Bianca considera “opportuna”, mentre il Cremlino rilancia la propria disponibilità a chiudere le ostilità. Vladimir Putin ribadisce che la Russia “è pronta alla pace”, ma avverte: il rifiuto ucraino potrebbe aprire la strada a nuove conquiste territoriali.
L’ultimatum di Trump all’Ucraina è ormai ufficiale. “Ho avuto molte scadenze ma se le cose stanno funzionano bene si tende a estendere le scadenze. Ma giovedì credo che sia il momento opportuno”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti, confermando la data trapelata nelle ore precedenti. Il messaggio a Kiev è diretto: accettare il piano di pace americano o affrontare conseguenze pesanti. “L'Ucraina perderà ancora più territorio in un breve lasso di tempo”, ha affermato Trump, sostenendo che il presidente russo Vladimir Putin “non desidera un'altra guerra” e che Mosca non rappresenterebbe una minaccia per i Paesi baltici o per l’Europa. “Non stanno cercando un'altra guerra. Stanno accettando la punizione”, ha aggiunto.
Sulle sanzioni energetiche, Trump ha inoltre assicurato che non ci saranno allentamenti: al contrario, presto arriveranno nuove misure “molto forti” contro la Russia. L’obiettivo dichiarato resta uno solo. “Gli Stati Uniti sono interessati solo a una cosa: assicurarsi che la strage cessi”, ha concluso il presidente americano.
Secondo Trump, l’Ucraina starebbe già “perdendo territori” e, alla domanda di Fox News sulla possibile cessione del Donbass prevista dal suo piano, ha ribadito: “Probabilmente li perderà comunque, in un breve lasso di tempo”, nel caso in cui la guerra dovesse proseguire.
Dal Cremlino, intanto, arrivano segnali di apertura. Vladimir Putin ha affermato che il piano preparato dal presidente americano “può essere la base per un accordo di pace”, spiegando che il testo “era già stato presentato prima del vertice in Alaska e Trump ci aveva chiesto di arrivare a un compromesso”. Il leader russo ha aggiunto che nelle discussioni preliminari Washington avrebbe chiesto a Mosca di mostrare “flessibilità”.
Putin ha spiegato che le iniziative statunitensi sono state oggetto di confronto anche prima dell’incontro in Alaska. “Non ne abbiamo parlato pubblicamente, solo in termini molto generali, ma non è un segreto: il piano di pace del presidente Trump per l'Ucraina è stato discusso prima dell'incontro in Alaska”, ha dichiarato.
Il presidente russo ha inoltre sostenuto che “l'esercito russo conquisterà più territorio” se Kiev dovesse respingere la proposta americana e ha ribadito che “gli obiettivi dell'operazione militare speciale sono stati conseguiti sul campo, ma siamo anche pronti a negoziati di pace”.
Il Cremlino accusa anche la leadership ucraina di non avere una percezione reale della situazione. “O i leader di Kiev non possiedono informazioni oggettive sullo stato delle cose sul campo di battaglia o, se le possiedono, non sono in grado di valutare la situazione in modo obiettivo”, ha affermato Putin, avvertendo che nuovi episodi come quello di Kupyansk – città che, secondo Mosca, “era praticamente e interamente nelle mani delle forze russe” già il 4 novembre – potrebbero ripetersi se Kiev continuerà a rifiutare il piano.
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