21 Novembre 2025
I principali leader europei tra cui il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer e il capo dell'Eliseo Emmanuel Macron si sono compattati attorno al presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel realizzare una contro-proposta al piano di pace in 28 punti avanzato dagli Stati Uniti.
Dopo una chiamata svoltasi oggi, 21 novembre alle 12 (ora italiana), sugli sviluppi tra Stati Uniti e Russia, alcuni dei maggiori alleati europei sono intervenuti per respingere elementi-chiave del piano proposto dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. E dopotutto già ieri l'Alto Rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza Kaja Kallas aveva storto il naso davanti alla negoziazione proposta da Trump: "Noi sosteniamo una pace che sia giusta e duratura - aveva detto -, ma a ogni piano, per funzionare, serve che l’Europa e l’Ucraina siano a bordo". Il piano di pace proposto da Trump prevede punti che al leader ucraino Zelensky non convincono fino in fondo: anzitutto (punto 6) il dimezzamento dell'esercito, dai circa 800-850mila soldati a 600mila effettivi. Quindi, l'equa cessione con la Russia della centrale nucleare di Zaporizhzhia e, soprattutto, la cessione di Crimea e Donbass a Mosca, a cui andrebbe anche il controllo de facto di Luhansk e Donetsk.
I continui tentennamenti di Zelensky hanno spinto gli Stati Uniti a porre una risoluta accelerata alla fine del conflitto, minacciando lo stop a forniture di armi ed intelligence qualora Kiev non firmi un quadro dell'accordo entro il prossimo giovedì 27 novembre, Giorno del Ringraziamento. Il pressing è arrivato anche dal Cremlino dove il portavoce Dmitry Peskov ha rilanciato: "Kiev deve prendere una decisione responsabile (...). Il lavoro efficace delle forze armate della Federazione Russa dovrebbe convincere Zelensky e il suo regime che è meglio negoziare e farlo ora, farlo proprio ora, non dopo". "Lo spazio per la libertà di decisione per lui si riduce man mano che perde territori" ha aggiunto Peskov, precisando che nonostante a Mosca non sia "arrivato nulla ufficialmente" del piano di Trump, la Russia continua a tenere la porta del dialogo aperta.
"Siamo aperti a negoziati di pace per il successo di negoziati di pace, non per il processo in sé - ha riferito Peskov citato dall'agenzia Interfax -, vogliamo che questi negoziati di pace abbiano successo, e per questo non siamo pronti a discuterne in modalità megafono". Alludendo cioè al fatto che Mosca non sia disposta, al momento, a discutere pubblicamente di quanto sta accadendo. Dal canto suo, Zelensky prende tempo parlando alla nazione e dicendo di trovarsi "ad un bivio": "O perdere la dignità" accettando di cedere territori a Mosca, "o il rischio di perdere un partner chiave", remando contro gli Stati Uniti. Intanto si è da poco conclusa una telefonata fra Zelensky e JD Vance sul piano in 28 punti, mentre si apprende che domani 22 novembre i leader europei terranno una riunione di emergenza al vertice G20 in Sudafrica.
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