13 Novembre 2025
Valico di Rafah, fonte: X, @swiss
Diverse Ong internazionali hanno denunciato per l'ennesima volta che Israele non stia facendo arrivare gli aiuti umanitari a Gaza. Questa volta, l'accusa è molto specifica: "Dal 10 ottobre, giorno dell'inizio della tregua, Tel Aviv ha respinto almeno 23 nostre richieste: per colpa sua milioni di forniture sono bloccati ai valichi, fra cui coperte, letti, biancheria e set per cucine da campo".
Dall’entrata in vigore del cessate il fuoco il 10 ottobre, le autorità israeliane hanno respinto 23 richieste presentate da nove agenzie umanitarie internazionali per il trasporto urgente di forniture destinate ai rifugi di emergenza nella Striscia di Gaza. Lo riferisce l’emittente canadese Cbc, citando fonti umanitarie che denunciano un progressivo aggravarsi della crisi logistica.
Le richieste riguardavano materiali essenziali come tende, kit per la sigillatura e la riparazione delle abitazioni, biancheria da letto, set da cucina e coperte, tutti elementi indispensabili per le centinaia di migliaia di persone rimaste senza casa dopo mesi di bombardamenti. Tuttavia, le autorità israeliane non avrebbero concesso le autorizzazioni necessarie, bloccando le operazioni di consegna.
Secondo il principale organismo responsabile del “cluster rifugi”, milioni di unità di aiuti umanitari sono attualmente ferme nei magazzini in Giordania, Egitto e Israele, in attesa del via libera di Tel Aviv. La mancata approvazione sta ostacolando la ripresa dei servizi di base e la costruzione di rifugi temporanei per la popolazione sfollata.
L’amministrazione locale di Gaza, sotto il controllo di Hamas, denuncia che solo una frazione dei convogli umanitari riesce effettivamente a entrare nel territorio e raggiungere le aree più colpite. Dei convogli autorizzati, circa 145 camion al giorno riescono a consegnare viveri, medicine e forniture di emergenza, una cifra considerata “drammaticamente insufficiente” rispetto ai bisogni stimati da Onu e Ong.
Le Nazioni Unite e diverse organizzazioni internazionali, tra cui l’Unrwa e il Comitato Internazionale della Croce Rossa, hanno ripetutamente chiesto a Israele di agevolare l’ingresso degli aiuti per evitare un ulteriore deterioramento della situazione umanitaria.
Nonostante il cessate il fuoco, le difficoltà di accesso, la distruzione delle infrastrutture e le continue restrizioni sui movimenti rendono ancora estremamente precarie le condizioni di vita dei civili a Gaza, dove migliaia di famiglie continuano a dormire all’aperto o in edifici danneggiati e insicuri.
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