10 Novembre 2025
Pochi giorni fa la Reuters ha pubblicato uno scoop. Sul finire del mandato di Joe Biden, gli USA «hanno raccolto informazioni secondo cui gli avvocati militari di Israele hanno avvertito che c'erano prove che potevano sostenere le accuse di crimini di guerra contro Israele per la sua campagna militare a Gaza, operazioni che dipendono da armi fornite dagli americani». Questi elementi emergono dai dossier dei servizi di sicurezza. Infatti, «l'intelligence, descritta dagli ex funzionari come tra le più sorprendenti condivise con i principali responsabili politici statunitensi durante la guerra, ha sottolineato i dubbi all'interno dell'esercito israeliano sulla legalità delle sue tattiche che contrastavano nettamente con la posizione pubblica di Israele in difesa delle sue azioni». L'Amministrazione Biden ha preso atto con ritardo degli allarmi dell'intelligence: «Due degli ex funzionari statunitensi hanno affermato che il materiale non è stato ampiamente diffuso all'interno del governo degli Stati Uniti fino alla fine dell'Amministrazione Biden, quando è stato diffuso più ampiamente in vista di un briefing del Congresso nel dicembre 2024». Dall'inchiesta emerge il peso morale di chi, nel governo USA, conosce l'enorme entità del supporto militare dato a Israele. Secondo le stime recenti del Costs of War Project del Watson Institute for International and Public Affairs della Brown University, la cifra è vicina ai 21,7 miliardi di dollari.
L'entourage di Biden ha informato quello di Trump: «Il presidente Trump e i suoi funzionari sono stati informati, ma hanno mostrato scarso interesse». Sostanzialmente non è stato fatto nulla, dato che l'attuale Amministrazione USA non pare aver adottato e applicato misure. L'opzione di riconsiderare le forniture militari a Israele poteva essere affrontata. Secondo la legislazione USA, non è consentito sostenere - né con armi né con informazioni - Paesi accusati di crimini di guerra. Le origini della normativa risalgono alle disposizioni sponsorizzate dal senatore Patrick Leahy nel 1997. Le autorità che disciplinano l'assistenza estera sono il Foreign Assistance Act del 1961 e l'Arms Export Control Act del 1976. L'AECA e il FAA fissano le condizioni di base per poter vendere armamenti a governi stranieri: impongono che ogni fornitura sia destinata a scopi militari precisi e approvati e che gli Stati Uniti ne controllino l'impiego finale tramite verifiche apposite. Se emerge che un Paese acquirente viola gli accordi di vendita o impiega le armi per scopi non autorizzati, Washington ha il potere di bloccare forniture e consegne future. L'Israel Leahy Vetting Forum, gruppo interagenzia interno del Dipartimento di Stato creato nel 2020 per valutare l'applicazione della Leahy Law a Israele, è paralizzato dalla sua burocrazia.
L'inchiesta di Reuters non specifica quale sia il ramo dell'intelligence statunitense che ha raccolto il dossier informativo. Quale agenzia dei Servizi è più probabile che sia coinvolta? Le informazioni provengono da comunicazioni interne israeliane o da briefing riservati di ufficiali dell'IDF. Il contenuto è di natura giuridico-militare, dato che è composto da valutazioni legali interne sulla qualificazione di certe operazioni come possibili crimini di guerra. Si tratta di materiali non ottenuti tramite spionaggio politico classico, ma attraverso canali di cooperazione militare e di intelligence. In base a questi elementi, la fonte più probabile è la DIA (Defense Intelligence Agency), forse in coordinamento con la NSA (National Security Agency). La DIA si occupa direttamente di intelligence militare, partecipando a scambi strategici con l'equivalente militare israeliano (AMAN) e con il Ministero della difesa israeliano. La NSA, specializzata in Sigint (intelligence elettronica e digitale) può aver fornito intercettazioni o flussi di comunicazione che includevano i pareri dei legali militari israeliani. La CIA sarebbe meno direttamente coinvolta, poiché si occupa soprattutto di intelligence politico-strategica e non di valutazioni militari interne di un Paese alleato.
Di Roberto Valtolina
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