02 Dicembre 2025
Cina (Pixabay)
La vecchia Dottrina Monroe e l’illusione dell’unipolarismo
Due secoli fa la Dottrina Monroe stabiliva che le Americhe fossero “territorio chiuso” alle potenze europee. Gli Stati Uniti, allora troppo deboli per imporre la regola, si affidarono alla Marina Britannica in un tacito scambio geopolitico. Col tempo, però, Washington trasformò quel principio difensivo in una licenza d’intervento permanente, dalla crisi di Cuba ai colpi di Stato in America Latina. Oggi la pretesa americana di essere l’unica potenza a definire le zone d’influenza appare sempre più anacronistica, soprattutto mentre il baricentro storico ed economico del mondo si sposta verso l’Eurasia.
La risposta russa e cinese: la vera reciprocità
In un contesto multipolare, è naturale che Russia e Cina chiedano la stessa “reciprocità” che Washington si è attribuita da due secoli: rispetto delle zone d’influenza, riconoscimento delle potenze regionali, fine dell’ingerenza militare. L’Eurasia, immenso spazio storico e culturale, non può essere trattata come un’estensione delle strategie atlantiche. Qui le crisi – dal Caucaso all’Iran, dall’Asia Centrale all’Ucraina – riguardano innanzitutto gli attori locali. Ed è proprio nelle aree dove gli Stati Uniti sono più lontani, geograficamente e culturalmente, che la pretesa occidentale di “governare il mondo” appare ormai insostenibile.
Potenza marittima contro potenza continentale
Lo scontro di fondo oppone la logica delle potenze marittime, dominate dagli USA e in passato dal Regno Unito, a quella delle potenze terrestri. Le prime mantengono l’egemonia controllando rotte, strozzature marittime e teste di ponte su continenti altrui; le seconde, come la Russia, costruiscono influenza attraverso continuità territoriale, energia, risorse naturali e stabilità delle frontiere. Il mondo multipolare non elimina il conflitto, ma rende più chiaro il quadro: ogni grande potenza difende spazi vitali definiti, non un’egemonia planetaria senza limiti.
Il nervo scoperto dell’Occidente: la crisi della “fortezza anglosfera”
Il declino si vede anche in casa britannica. La storica supremazia demografica inglese, oggi schiacciante, non nasce da forza interna, ma da urbanizzazione, capitalismo e immigrazione massiva. Le antiche componenti celtiche – irlandesi, scozzesi, gallesi – hanno perso peso per emigrazione e marginalizzazione. L’“anglosfera” non è più un blocco compatto: è un centro che attira popolazione globale mentre perde omogeneità politica. Ed è proprio su questa fragilità che si misura l’erosione dell’egemonia occidentale.
Euroclear e il fallimento morale dell’ordine finanziario occidentale
Il caso Euroclear è simbolico. L’UE vorrebbe confiscare i 200 miliardi di riserve russe bloccate nei caveau europei per continuare a finanziare l’Ucraina. Ma è lo stesso colosso belga della custodia titoli a frenare Bruxelles: un’espropriazione violerebbe diritto internazionale, trattati bilaterali e la stessa fiducia su cui l’Europa ha costruito la sua reputazione finanziaria. Euroclear teme una tempesta perfetta: cause della Russia contro il Belgio; cause di Euroclear contro l’UE; fuga di capitali dei Paesi non occidentali. Una volta infranto il principio dell’inviolabilità dei beni sovrani, nessuno – dalla Cina al Golfo, dall’India all’Africa – manterrebbe più riserve in Europa.
Il multipolarismo che avanza
La verità è semplice: l’Occidente tenta di mantenere il potere con strumenti sempre più disperati, mentre il resto del mondo si organizza intorno a nuove logiche di autonomia regionale. Il sistema multipolare non nasce da un manifesto ideologico: nasce dal fallimento del modello unipolare. Nasce da scelte sbagliate di Washington e Bruxelles. Nasce dal fatto che potenze come la Russia hanno dimostrato di saper resistere, riorganizzarsi e riaffermarsi. E quando persino il tuo caveau ti minaccia di portarti in tribunale, il tempo dell’egemonia è finito.
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