29 Maggio 2024
Attivisti Coldiretti - Porto di Salerno - Foto Roberto Esse
Una nuova tratta di prepara a far arrivare tonnellate e tonnellate di passata di pomodoro made in China. Nel frattempo una nave carica di grano turco, dopo un giro tra tutti i porti del Mediterraneo, è pronta a scaricare grano turco nel granaio d'Italia.
Per fermarlo un doppio blitz degli agricoltori di Coldiretti in corso dalle prime ore di stamane a Bari e a Salerno: con gommoni, barche a vela e striscioni hanno deciso di andare all'arrembaggio di due navi in arrivo che trasportano prodotti alimentari lavorati o semilavorati da Paesi extracomunitari.
È carica di grano turco, la nave attesa al Porto di Bari e avrebbe fatto un lungo giro nel Mediterraneo. L'appuntamento - spiega una nota di Coldiretti - è per le 10.30 di stamane, ingresso Marisabella presso Mar di Levante, da dove salperanno le imbarcazioni".
È partito dalla Cina, da Urumqi, regione autonoma dello Xinjiang, nella Cina nordoccidentale, il carico che preoccupa Coldiretti in arrivo al Porto di Salerno: si tratterebbe di passata di pomodoro.
Al Molo Pisacane di Salerno gli attivisti sono arrivati alle prime luci dell'alba - come mostra la foto di copertina scattata dal portavoce per la Campania Roberto Esse - pronti a scendere in acqua alla vista della nave.
Il Porto di Salerno costituisce l'arrivo della nuova rotta del servizio intermodale container ferro-mare: L'apertura della nuova tratta era stata annunciata dagli organi di informazione cinesi in relazione al servizio di interconnessione China-Europe Railway Express.
Obiettivo delle azioni dimostrative di oggi di Coldiretti richiamare l'attenzione sulla necessità di bloccare la concorrenza sleale che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole: “L'aumento del 50% delle importazioni di salsa di pomodoro cinese in Italia viene venduto alla metà del prezzo di quello italiano - spiega l'organizzazione degli agricoltori - non si conosce la provenienza, né le tecniche usate per la lavorazione, né gli standard qualitativi di questi prodotti importati, con il rischio che vengano spacciato sui mercati nazionali ed esteri come Made in Italy, con gravi danni al prodotto nazionale".
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