28 Giugno 2024
Olaf Scholz, fonte Imagoeconomica
"Non vi è posto per gli islamisti che istigano all'odio, viventi ancora nell'età della pietra", queste le parole di Nancy Faeser, ministro dell'Interno tedesco che ha proposto un progetto di legge, per arginare l'antisemitismo e la minaccia dell'Islam radicale che preoccupano il Paese.
Il progetto di legge, che è stato approvato dal governo il 26 giugno, mira a una drastica semplificazione delle espulsioni per gli stranieri che elogiano il terrorismo jihadista. Altra direttiva dell'esecutivo federale è una riforma di legge relativa all'acquisizione della cittadinanza, che penalizza i richiedenti di cittadinanza tedesca, sottoposti a test che verifichino la loro fedeltà a Israele. Così il governo del cancelliere Olaf Scholz cerca di dare una segnale forte e di combattere la disgregazione sociale del paese, con delle scelte che paiono drastiche, se si considera il contesto di conflitto, e i conseguenti schieramenti, che da mesi pervade il Medio Oriente.
Ma per la Germania a prevalere sono gli interessi di sicurezza politica. Così basta poco ad essere espulsi dal paese o a non esserne ammessi. Un commento sul web di esaltazione del terrorismo jihadista sarà ritenuto sufficiente per espellere e deportare dalla Germania lo straniero che ne è autore. Dice la Faeser: "Andiamo giù duro con i reati di odio islamisti e antisemiti su Internet". Oltre alla stretta sull'Islam radicale, anche per ottenere il passaporto tedesco sono state introdotte nuove misure. Nel test per la naturalizzazione sono stati inseriti quesiti sul riconoscimento del diritto di Israele all'esistenza. Si deve così dimostrare un obbligo di fedeltà a Israele, che potrebbe non essere condiviso da tutti, senza che questo coinvolga sentimenti antisemiti. I richiedenti dovranno, inoltre, impegnarsi a riconoscere i valori di una società liberaldemocratica e aperta, e prendere atto della "speciale responsabilità storica" della Germania per la dittatura nazista e le sue conseguenze, "in particolare per la protezione dell'ebraismo".
Sul web non sono mancate le critiche a una proposta di legge "sproporzionata e xenofoba". Si accompagnano, però, anche introduzioni volte a facilitare l'immigrazione di manodopera qualificata, di cui la Germania ha grande bisogno. Scendono a cinque gli anni di permanenza nel Paese, secondo quanto stabilito dalla normativa entrata in vigore, al posto dei precedenti otto. I tempi sono ridotti ulteriormente a tre anni in caso di particolari meriti nell'integrazione, dallo studio al volontariato. La naturalizzazione è, poi, esplicitamente esclusa per gli antisemiti: il modo per "identificarli" sarà il test di fedeltà di Israele.
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