08 Maggio 2024
Fonte foto X, @iwn
Il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari si è da poco espresso sulle sorti del conflitto nella Striscia di Gaza, dichiarando: "Non inganneremo l'opinione pubblica: anche dopo che ci saremo presi cura di Rafah, ci sarà il terrorismo. Hamas si sposterà a nord e si riorganizzerà". Vengono vanificate così le poche speranze di coloro i quali hanno creduto che Israele potesse accettare un cessate il fuoco. Netanyahu è pronto a estendere il conflitto ben oltre la presa di Rafah, come riportato dalle dichiarazioni del portavoce israeliano.
Daniel Hagari, contrammiraglio e portavoce delle forze armate israeliane (IDF), ha rilasciato delle chiare affermazioni al quotidiano Yedioth Ahronot, secondo le quali è stato "presentato un piano al governo per combattimenti a Gaza che dovrebbero durare un anno". Hagari ha inoltre evidenziato: "Gaza è forse uno dei teatri più difficili al mondo: sovraffollata e piena di tunnel. Hamas si sposterà a nord e si riorganizzerà". Israele ha già dunque disposto un piano per gestire la situazione in Palestina, rendendo note le sue intenzioni nei confronti dell'organizzazione Hamas e decidendo le sorti del popolo palestinese. "Andiamo incontro ad anni difficili e dovremo spiegarlo sia all'interno sia all'esterno", si giustifica il portavoce. Secondo quanto riportato dall'Ansa, Hagari ha inoltre dichiarato che l'IDF si è assunto la responsabilità per il "fallimento" del 7 ottobre.
Nessuna tregua del conflitto, dunque, che dal 6 maggio si è esteso anche a Rafah, e i negoziati con Egitto e Qatar sembrano non portare da nessuna parte. "L'ingresso a Rafah serve a due principali obiettivi di guerra: il ritorno dei nostri ostaggi e l'eliminazione di Hamas" ha dichiarato il leader Benjamin Netanyahu, ma il discorso di Hagari mostra come le intenzioni israeliane su Gaza siano di portata ben più ampia.
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