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Gaza, Ong Humanity&Inclusion: "Ci vorranno 30 anni per togliere tutte le bombe inesplose dalla Striscia, ma troveremo ordigni per generazioni"

Ci si metteranno decenni per sminare la Striscia, ma un piano, anticipato da Il Giornale d'Italia, svela già le ingiustizie che ci saranno: la parte sotto il controllo israeliano sarà ricostruita con fondi Usa e del Golfo e sanificata in breve tempo, mentre l’area palestinese resterà un campo minato per decenni

06 Novembre 2025

Mine inesplose

Mine inesplose, fonte: Freepik

Non solo una pace fittizia, ma anche un problema, quello dello sminamento, che durerà "per generazioni". Questo è l'allarme lanciato dalla Ong Humanity&Inclusion, che ha avvertito: "Solamente per le bombe inesplose superficiali ci vorranno almeno 30 pere toglierle dalla Striscia".

Un monito che appare ancora più inquietante, visto il piano americano e israeliano anticipato da Il Giornale d'Italia di dividere Gaza in due parti, una sotto il controllo di Tel Aviv, ricostruita con fondi internazionali e Usa soprattutto, e una sotto Hamas. Una condanna che porterà alla pericolosità del territorio palestinese per tantissimi anni a venire.

Gaza, Ong Humanity&Inclusion: "Ci vorranno 30 anni per togliere tutte le bombe inesplose dalla Striscia, ma troveremo ordigni per generazioni"

Ripulire la Striscia di Gaza dalle munizioni inesplose potrebbe richiedere tra i 20 e i 30 anni. Lo afferma Nick Orr, esperto di ordigni dell’organizzazione umanitaria Humanity&Inclusion, che descrive l’enclave come una “terrificante miniera non mappata”. Dopo due anni di genocidio, più di 53 persone sono già state uccise da ordigni rimasti sul terreno, ma le Nazioni Unite avvertono che i numeri reali sono molto più alti.

Il cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti ha aperto la possibilità di avviare la bonifica tra le macerie, ma le organizzazioni umanitarie non hanno ancora ottenuto il via libera israeliano né il permesso di importare le attrezzature necessarie. L’agenzia militare israeliana Cogat continua a bloccare molti materiali ritenuti a “doppio uso”, temendo che possano essere impiegati da Hamas. Orr spiega che la sua squadra, composta da sette persone, comincerà presto a identificare gli ordigni rimasti in infrastrutture essenziali come ospedali e panifici.

Secondo l’esperto, una bonifica totale del sottosuolo è praticamente impossibile: “Troveremo ordigni per generazioni”, ha affermato, paragonando la situazione a quella delle città britanniche dopo la Seconda guerra mondiale. La rimozione superficiale, invece, potrebbe completarsi “in una generazione, forse 20 o 30 anni”.

Intanto, il cessate il fuoco ha favorito un piano di ricostruzione che prevede la divisione della Striscia in due zone: una sotto controllo israeliano e una palestinese. La prima, finanziata da Stati Uniti e Paesi del Golfo, sarà ripulita e ricostruita rapidamente, mentre la seconda, abitata dai palestinesi, rischia di restare devastata e pericolosa ancora a lungo.

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