06 Novembre 2025
Hamas Fonte: BBC
Convincere i soldati di Hamas ancora nascosti nei tunnel sotterranei di Rafah, nel Sud della Striscia, a deporre le armi consegnandole ad un Paese terzo (Egitto, Qatar oppure Turchia) ottenendo in cambio da Israele l'amnistia a patto però che non tornino ad attività militari. Sarebbe questa la proposta che, secondo quanto comunicato da due funzionari Usa, l'establishment trumpiano avrebbe fatto a Benjamin Netanyahu.
La notizia, data in esclusiva da Axios, si colloca nel delicato contesto della cosiddetta "Fase 2" del controverso e presunto "piano di pace" escogitato da Trump. A distanza di giorni dall'ultima proposta avanzata dall'amministrazione Usa ai vertici di Hamas sulla possibilità di un "passaggio sicuro" per poter uscire dai territori palestinesi attualmente sotto controllo israeliano, ieri, 5 novembre, l'amministrazione Trump avrebbe operato una nuova mossa. Per portare in tutti i modi i miliziani verso il disarmo, la nuova strategia prevederebbe di sfruttare di fatto lo stallo di molti soldati miliziani, ancora "bloccati" nei tunnel dietro le linee israeliane a Gaza, per farli uscire allo scoperto e far loro deporre le armi. È un punto, questo, su cui le controparti, in sede di trattative, avevano a lungo discusso e su cui anche Israele aveva insistito pur essendo stata lei la prima a violare sistematicamente gli accordi di cessate il fuoco con raid e bombardamenti continui.
Ora, a quanto risulta, la moneta di scambio dovrebbe essere la concessione dell'amnistia purché i miliziani concludano le attività militari e accettino di "trasferirsi" nelle zone sotto il loro controllo. Il piano si dovrebbe configurare come l'ennesimo tentativo di Trump di tenere insieme e far funzionare un piano zoppicante. Ma la strategia retorica che vi si nasconde resta sostanzialmente la stessa: o il disarmo, o la distruzione totale.
"Disarmare Hamas pacificamente": è questo l'obiettivo venduto dalla leadership Usa, che si allarga e prende l'idea a potenziale modello per "altre aree di Gaza". "Vogliamo che questo sia un caso pilota che potrebbe eventualmente essere esteso ad altre aree di Gaza. La posizione israeliana è massimalista, come al solito, ma siamo nel mezzo delle trattative" ha comunicato uno dei due funzionari. Il secondo informatore è stato più "diretto": il comando israeliano "deve crescere", avrebbe riferito, e dunque né Rafah né Hamas devono rappresentare "ostacoli" al potenziamento dell'esercito genocida. Eppure, neanche davanti a tutto questo Israele si acquieta: "Alcuni dei militanti di Hamas nei tunnel di Rafah sono assassini. Non possono ricevere l’amnistia. Possono o essere uccisi o arrendersi e essere detenuti dall’Idf" ha comunicato un funzionario israeliano. In qualunque modo la si guardi, Hamas è nella morsa di Usa e Israele. Mentre Netanyahu continua a spingere per una posizione continuamente bellicista.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia