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Italia e Uzbekistan: alleanza strategica tra corridoi eurasiatici, risorse critiche e diplomazia delle persone

La nuova centralità di Tashkent nei corridoi eurasiatici e il ruolo dell’Italia tra cooperazione industriale, formazione e diplomazia economica. Un legame che va oltre l’energia e parla di futuro condiviso.

04 Novembre 2025

Italia e Uzbekistan: alleanza strategica tra corridoi eurasiatici, risorse critiche e diplomazia delle persone

fonte: Tripadvisor

Diplomazia delle persone e visione economica comune

Le relazioni tra Italia e Uzbekistan stanno vivendo una fase di espansione senza precedenti. Come ha sottolineato Marco Farci, vicepresidente della Camera di Commercio Italia-Uzbekistan, “si muovono attraverso le persone”: un modo per dire che la cooperazione economica e politica si fonda prima di tutto sulla fiducia. La visita della premier Giorgia Meloni a Tashkent ha consolidato una partnership già ben avviata, portando con sé una nutrita delegazione di imprese italiane, da Ansaldo Energia a varie aziende lombarde e piemontesi. L’obiettivo è costruire relazioni durature, fondate su joint venture e scambi tecnologici, non solo su contratti temporanei.

Le materie critiche come nuova frontiera strategica

Tra i settori più promettenti spicca quello delle materie prime strategiche. L’Uzbekistan possiede vasti giacimenti di rame, uranio, litio e terre rare, indispensabili per la transizione energetica. Di recente, un incontro tra il ministro uzbeko della Geologia e il ministro italiano Adolfo Urso ha sancito l’avvio di un dialogo concreto sul tema. Roma vede in Tashkent un partner affidabile per diversificare le forniture, riducendo la dipendenza da aree geopoliticamente instabili. Per l’Uzbekistan, invece, l’Italia rappresenta una porta d’ingresso qualificata verso tecnologie pulite e industria avanzata.

Cooperazione universitaria e formazione di élite

L’istruzione è il motore silenzioso di questa intesa. Da oltre quindici anni il Politecnico di Torino ha una sede a Tashkent, dove forma ingegneri e tecnici altamente specializzati. Oggi si sono aggiunti altri atenei italiani – Pisa, Tuscia, Ca’ Foscari – che contribuiscono a creare una generazione di professionisti uzbeki con formazione europea. L’Uzbekistan, con i suoi 40 milioni di abitanti, di cui oltre il 60% sotto i trent’anni, è un Paese giovane, dinamico, affamato di competenze. L’Italia, patria del Made in Italy tecnologico, può fornire saperi e modelli industriali per trasformare questa energia in sviluppo.

Lombardia e Samarcanda: il gemellaggio dell’economia reale

Tra le regioni italiane più attive spicca la Lombardia, che ha stretto un gemellaggio con la regione di Samarcanda. Due poli produttivi – uno europeo, l’altro centroasiatico – accomunati da spirito imprenditoriale e capacità di innovazione. Gli investitori lombardi possono usufruire in Uzbekistan di zone economiche speciali con agevolazioni fiscali e doganali: un segnale concreto della volontà di Tashkent di attrarre capitali italiani e consolidare la presenza europea sul proprio territorio. L’approccio uzbeko è pragmatico: offrire vantaggi competitivi a chi porta tecnologia, know-how e formazione.

L’Uzbekistan nel cuore dei nuovi corridoi eurasiatici

Ma la vera posta in gioco è geopolitica. Dopo la guerra in Ucraina, le rotte commerciali dell’Eurasia stanno cambiando volto. I tradizionali passaggi attraverso la Russia sono divenuti meno praticabili, e i Paesi dell’Asia Centrale – Uzbekistan in testa – cercano vie alternative. Il cosiddetto Middle Corridor o Trans-Caspian International Transport Route collega Cina, Kazakistan, Mar Caspio, Azerbaigian, Georgia e Turchia fino all’Europa. L’Uzbekistan, partecipando attivamente a questo sistema, si propone come nodo logistico chiave, capace di connettere est e ovest, nord e sud. A questa rete si aggiunge il nuovo progetto TRIPPTrump Route for International Peace and Prosperity – che dal Caucaso collegherà l’Azerbaigian alla Turchia attraverso l’Armenia, con l’appoggio statunitense. Anche in questo scenario, Tashkent punta a diventare hub naturale tra i grandi corridoi infrastrutturali dell’Eurasia.

Italia e Asia Centrale: convergenze di lungo periodo

Per Roma, l’interesse verso l’Asia Centrale non è episodico. L’Italia, seconda manifattura europea e grande importatrice di materie prime, ha tutto da guadagnare nel partecipare a una nuova architettura eurasiatica. Le aziende italiane – dai macchinari industriali all’energia, dalla logistica all’agroalimentare – possono inserirsi nei processi di modernizzazione di Tashkent, portando investimenti e tecnologie. Allo stesso tempo, l’Italia rafforza il proprio ruolo di ponte tra l’Europa e il mondo centroasiatico, un’area destinata a essere decisiva nei prossimi decenni per gli equilibri energetici e commerciali globali.

Un asse di sviluppo e cultura condivisa

Le relazioni tra Italia e Uzbekistan rappresentano oggi molto più di un’intesa economica: sono un modello di cooperazione euro-asiatica fondato su fiducia reciproca, cultura, formazione e capacità industriale. Laddove altri vedono una terra lontana e difficile, Roma e Tashkent vedono opportunità strategiche. Il futuro dei rapporti passa dalle persone, dalla formazione e dai corridoi che uniscono i continenti. In un mondo che si frammenta in blocchi, l’Italia e l’Uzbekistan mostrano che esiste ancora spazio per la geopolitica della collaborazione, non della contrapposizione.

 

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