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Sanzioni Usa contro 5 funzionari europei tra cui Breton, vietato loro ingresso e soggiorno, Ue: “Inaccettabile, difenderemo libertà”

La Commissione europea ha “condannato fermamente” il divieto di soggiorno imposto dagli Stati Uniti nei confronti di 5 personalità europee attive nella regolamentazione dei colossi del web, accusate da Washington di esercitare forme di “censura” sulle piattaforme online

24 Dicembre 2025

Sanzioni Usa contro 5 funzionari europei tra cui Breton, vietato loro ingresso e soggiorno, Ue: “Inaccettabile, difenderemo libertà”

Breton Fonte: X @DrLiz16

Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro cinque funzionari europei, tra cui l’ex commissario Ue Thierry Breton, vietando loro ingresso e soggiorno sul territorio americano. Il provvedimento riguarda figure impegnate nella regolazione delle piattaforme digitali e nella lotta a odio online e disinformazione. Immediata e dura la reazione di Bruxelles, che ha definito la decisione “inaccettabile”.

Sanzioni Usa contro 5 funzionari europei tra cui Breton, vietato loro ingresso e soggiorno, Ue: “Inaccettabile, difenderemo libertà”

La Commissione europea hacondannato fermamenteil divieto di soggiorno imposto dagli Stati Uniti nei confronti di 5 personalità europee attive nella regolamentazione dei colossi del web, accusate da Washington di esercitare forme dicensurasulle piattaforme online. Tra i nomi colpiti dal provvedimento figura anche l’ex commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton.

La libertà di espressione è un diritto fondamentale in Europa e un valore fondamentale condiviso con gli Stati Uniti in tutto il mondo democratico”, ha ribadito l’esecutivo europeo, che ha annunciato di aver chiesto chiarimenti ufficiali alle autorità statunitensi. Una linea sostenuta anche dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, che ha definito le misure “inaccettabili tra alleati, partner e amici”. “L'Ue resta ferma nella difesa della libertà di espressione, di norme digitali eque e della propria sovranità normativa”, ha aggiunto.

In una nota, la Commissione ha sottolineato che “La Ue è un mercato unico aperto e basato su regole, con il diritto sovrano di regolamentare l’attività economica in linea con i nostri valori democratici e gli impegni internazionali”. Bruxelles rivendica inoltre che “Le nostre regole digitali garantiscono condizioni di sicurezza, equità e parità per tutte le aziende, applicate in modo equo e senza discriminazioni. Abbiamo chiesto chiarimenti alle autorità statunitensi. Se necessario, risponderemo in modo rapido e deciso per difendere la nostra autonomia normativa da misure ingiustificate”.

Sulla vicenda è intervenuta anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha reagito con fermezza al divieto imposto da Washington: “La libertà di parola è il fondamento della nostra forte e vibrante democrazia europea. Ne siamo orgogliosi. La proteggeremo”. “Perché la Commissione europea è il custode dei nostri valori”, ha rimarcato von der Leyen in un post su X.

Thierry Breton, sempre su X, ha commentato la decisione americana parlando apertamente di un ritorno alla “caccia alle streghe di McCarthy”. Secondo quanto riferito dalla sottosegretaria di Stato statunitense Sarah Rogers, oltre a Breton il divieto di ingresso riguarda Anna-Lena von Hodenberg e Josephine Ballon, direttrici dell’organizzazione tedesca HateAid, impegnata nella lotta contro gli abusi online. Von Hodenberg, in particolare, è stata insignita lo scorso ottobre dell’Ordine federale al merito della Repubblica tedesca per il suo impegno contro la violenza digitale.

Colpiti anche Imran Ahmed, fondatore del Center for Countering Digital Hate US/UK, e Clare Melford, fondatrice del Global Disinformation Index con sede nel Regno Unito: entrambe le organizzazioni sono attive nel contrasto all’odio online e alla disinformazione. HateAid ha definito il provvedimento statunitense “un atto di repressione”. In una nota congiunta, Ballon e von Hodenberg hanno dichiarato: “Non permetteremo di essere intimiditi da un governo che strumentalizza le accuse di censura per silenziare quelli che combattono per i diritti umani e la libertà di espressione”.

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