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Gaza, Israele verso militarizzazione permanente Striscia, Katz: "Non ce ne andremo mai da qui, presto nuovi avamposti militari a nord"

Il ministro della Difesa annuncia truppe permanenti e avamposti Nahal a Gaza, in contrasto con la tregua e con il piano di pace di Trump

23 Dicembre 2025

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Israel Katz, fonte: imagoeconomica

Israele sta mettendo basi sempre più solide per la militarizzazione e occupazione permanente di Gaza. Il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato: "Siamo profondamente all'interno della Striscia e non ce ne andremo mai del tutto. Presto costruiremo nuovi avamposti militari dell'Idf a nord dell'enclave, a Nahal". Una chiara violazione non solo del piano di pace mediato dagli Stati Uniti e dai Paesi Arabi, ma anche del diritto internazionale.

Gaza, Israele verso militarizzazione permanente Striscia, Katz: "Non ce ne andremo mai da qui, presto nuovi avamposti militari a nord"

Israele non lascerà mai completamente la Striscia di Gaza e istituirà al suo interno nuove presenze militari permanenti. A dirlo è stato il ministro della Difesa Israel Katz, che ha dichiarato che le forze armate israeliane resteranno dispiegate in tutto il territorio palestinese e che verranno creati avamposti delle unità Nahal nel nord della Striscia, al posto degli insediamenti evacuati nel 2005.

"Siamo profondamente all’interno di Gaza e non ce ne andremo mai del tutto", ha affermato Katz. Il riferimento agli avamposti Nahal – unità militari storicamente legate alla creazione di comunità israeliane – ha suscitato immediate polemiche, poiché richiama apertamente l’ipotesi di un ritorno, seppur in forma militare, a una presenza strutturale israeliana nel territorio.

Le parole del ministro rappresentano una chiara violazione dello spirito e dei contenuti della tregua entrata in vigore a ottobre, nonché del piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti e promosso dal presidente Donald Trump. Il documento prevede infatti il ritiro completo dell’esercito israeliano da Gaza, l’esclusione di qualsiasi nuova occupazione o annessione e il passaggio della sicurezza a un meccanismo internazionale, mentre Hamas dovrebbe procedere al disarmo.

Secondo quanto riportato dai media israeliani, le dichiarazioni di Katz avrebbero irritato l’amministrazione statunitense, spingendo il ministro a una parziale retromarcia. In una successiva nota diffusa all’agenzia Reuters, Katz ha precisato che le unità Nahal sarebbero presenti a Gaza "solo per ragioni di sicurezza" e che il governo "non ha intenzione di ristabilire insediamenti civili". Una precisazione che però non cancella il segnale politico lanciato.

Il contesto in cui Katz ha parlato rende le sue affermazioni ancora più significative. L’intervento è avvenuto durante una cerimonia nella colonia israeliana di Beit El, in Cisgiordania, per l’approvazione di 1200 nuove unità abitative. In quell’occasione, il ministro ha elogiato quella che ha definito l’era della "sovranità pratica" israeliana nei Territori occupati, lasciando intendere che l’espansione degli insediamenti sia un obiettivo strategico del governo.

Le dichiarazioni di Katz rafforzano l’idea di una militarizzazione permanente della Striscia di Gaza, in aperto contrasto con gli impegni internazionali di Israele e con il fragile cessate il fuoco. Una linea che rischia di compromettere ulteriormente il processo di pace e di aggravare l’instabilità della regione, mentre sul terreno continuano violenze e vittime nonostante la tregua formalmente in vigore.

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