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Il piano sionista "Greater Israel" del 1982 e le aspirazioni espansionistiche di Netanyahu per occupare la "terra promessa" dal Nilo all'Eufrate - RETROSCENA

Il piano "Greater Israel" conferma che le mire dello stato ebraico corrisponderebbero oggi ai territori di Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria meridionale con Damasco, parte dell'Iraq, parte dell'Egitto e una parte dell'Arabia Saudita

01 Aprile 2025

Il piano sionista "Grande Israele" del 1982 e le aspirazioni espansionistiche di Netanyahu per occupare la "terra promessa" dal Nilo all'Eufrate

Fonte: Middle East Political and Economic Journal

Israele sta mettendo in atto un vero e proprio piano di espansione nel Medio Oriente. La questione non è nuova per chi monitora con attenzione e da tempo la regione, ma la recente foto di un soldato israeliano con una patch sull'uniforme rappresentante l'immagine del "Greater Israel",  "Grande Israele", ha provocato diverse controversie. L'espressione si riferisce al piano espansionistico di matrice sionista volto a ridisegnare i confini del Medio Oriente a vantaggio dello Stato di Israele. L'ossessione israeliana di espansione nella regione prende avvio da un passaggio della Bibbia che delinea i confini della "terra promessa" "dal Nilo all'Eufrate" che coprirebbero gli attuali territori di Gaza, Cisgiordania, Libano, Siria meridionale con Damasco, parte dell'Iraq, parte dell'Egitto e una parte dell'Arabia Saudita.

Il piano sionista "Greater Israel" e le aspirazioni espansionistiche di Netanyahu per occupare la "terra promessa" dal Nilo all'Eufrate

La mappa controversa che materializza l'ossessione espansionistica di Israele nel Medio Oriente risale al passaggio della Genesi 15.18 in cui si fa riferimento che la "terra promessa" da Dio ad Abramo si estendeva "dal fiume d’Egitto", il Nilo, "al gran fiume, il fiume Eufrate". Su questa definizione "in termini religiosi" si è basata la successiva teoria sionista sviluppata dal fondatore del movimento Theodore Herzl.

Già nel 1982 il "Piano Yinon" dell'ex funzionario israeliano Oded Yinon teorizzava che Israele potesse garantirsi il dominio regionale promuovendo la frammentazione (balcanizzazione) degli stati arabi in entità più piccole e deboli. In quel documento non si citava una vera e propria espansione territoriale, ma sì veniva teorizzato il controllo indiretto della regione attraverso divisioni interne. Alla luce degli sviluppi odierni nella regione medio orientale, molti analisti geopolitici hanno rivisto questo piano in relazione alla politica di occupazione della Palestina e dell'aggressione al Libano portata avanti dallo stato ebraico.

Le imperiture aggressioni di Israele ai vicini paesi arabi sono considerate da numerosi esperti "prodomiche agli interessi espansionistici" dello stato ebraico nella regione e avvengono alla luce del giorno. Prove concrete di questo sogno "delirante" di Israele sono le circa 279 colonie israeliane in Cisgiordania ma anche l'occupazione di Gaza dal 1967 e le dichiarazioni sempre fatte apertamente sulle intenzioni dello stato ebraico di annettere completamente i Territori palestinesi. Lo stesso ministro delle finanze Bezael Smotrich, noto per affermazioni quali: "A Gaza si aprano le porte dell'inferno" aveva riconosciuto le intenzioni originarie del paese: "È scritto che il futuro di Gerusalemme sia di espandersi fino a Damasco" citando l'ideologia del "Grande Israele".

Il delirio della terra promessa inoltre, è una realtà concreta e portata avanti da Israele grazie all'eterno sostegno degli Stati Uniti, messo in campo fin dalla sua fondazione nel 1948, furono infatti il primo paese a riconoscere lo stato. Da quel momento gli Usa non hanno mai smesso di sostenere militarmente ed economicamente Israele, fino alla data odierna, con il dichiarato appoggio di Donald Trump al piano di espansione nei Territori palestinesi e la mancata condanna, anzi il pieno appoggio, negli attacchi al Libano.

Il piano sionista "Grande Israele" per occupare il Medio Oriente

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