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Sudan, 1700 civili fuggiti dal Kordofan occidentale dopo la presa di Heglig da parte delle Rsf: "Non abbiano nulla, nemmeno coperte"

I combattimenti hanno provocato numerosi morti e sfollati civili: circa 1700 persone, in gran parte donne e bambini, sono scappate dal sud del Paese e dalla grave carenza di beni essenziali

23 Dicembre 2025

Sudan, "RSF occultano prove di genocidio a El Fasher bruciando e seppellendo cadaveri in fosse comuni": l'allarme dell'organizzazione medici sudanesi

Donne in un campo sfollati ad Al Dabbah, Sudan (fonte: Al Jazeera)

Il numero di persone costrette a fuggire a causa dei combattimenti in Sudan continua ad aumentare, e l’ultimo episodio riguarda l’area di Heglig. All’inizio di dicembre, i paramilitari delle Forze di supporto rapido (RSF) hanno preso il controllo del strategico giacimento petrolifero di Heglig, nel Kordofan occidentale, dopo il ritiro delle Forze armate sudanesi (SAF), loro avversarie.

Sudan, 1700 civili fuggiti dal Kordofan occidentale dopo la presa di Heglig da parte delle Rsf: "Non abbiano nulla, nemmeno coperte"

I combattimenti hanno provocato numerosi morti e sfollati civili: circa 1700 persone, in gran parte donne e bambini, sono scappate dal sud del Paese e dalla grave carenza di beni essenziali.

Alcuni sono riusciti a fuggire a bordo di camion, lasciandosi alle spalle città e villaggi. Al termine di un viaggio lungo e difficile, hanno raggiunto quella che oggi è la loro destinazione: il campo per sfollati di Gos Alsalam, a Kosti, nello Stato del Nilo Bianco. Le testimonianze raccolte da ong e dai media locali fanno trasparire la gravità della situazione.

"Siamo andati via senza niente... abbiamo preso solo qualche vestito", ha raccontato una donna anziana, visibilmente stanca e fragile. "Ci ho provato per nove mesi... ma ho partorito in strada: le condizioni sono molto difficili", ha raccontato un altra donna. "Avevo appena partorito e non avevo niente da mangiare. A volte mangiamo qualsiasi cosa troviamo per strada", ha aggiunto.

Nel campo, i nuovi arrivati devono affrontare condizioni umanitarie estremamente precarie. Le tende vengono montate in modo improvvisato e, con l’aumento degli sfollati, crescono anche i bisogni, mentre l’assistenza umanitaria resta insufficiente persino per garantire il minimo indispensabile.

"Non abbiamo coperte né lenzuola, niente. Siamo vecchi", ha detto un’altra donna anziana costretta allo sfollamento.

Quasi tre anni di guerra tra RSF e SAF hanno spinto circa 14 milioni di persone ad abbandonare le proprie case nel tentativo di mettersi in salvo dai combattimenti, che hanno causato decine di migliaia di morti. In tutto il Paese, circa 21 milioni di persone soffrono la fame acuta, in quella che le Nazioni Unite definiscono la più grande crisi umanitaria al mondo.

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