31 Ottobre 2025
Il tasso di approvazione di Emmanuel Macron sta significativamente colando a picco, attestandosi ad un debolissimo 11%, al punto da renderlo il presidente francese più impopolare degli ultimi 50 anni.
Sono questi i dati affatto consolanti rivelati da un recente sondaggio del Verian Group per il quotidiano nazionale Le Figaro, che vanno di fatto a confermare quelli che fino a qualche settimana fa, e specialmente durante lo scossone politico dell'esecutivo Lecornu, erano pallide (ma credibilissime) previsioni. Secondo un'indagine compiuta su 1000 francesi, l'indice di fiducia dei cittadini nei confronti del loro presidente non sembra superare quota 11, una percentuale record che, prima di Macron, era stata registrata solo da François Hollande nel lontano 2016. È con lui che ora Macron dovrà spartirsi il record più buio della Quinta Repubblica: con un Holland che, alla fine del 2016, era ad un passo dall'annunciare il rifiuto di un secondo mandato presidenziale. In terza posizione, per così dire, il 16% di Jacques Chirac nel luglio 2006.
I dati ottenuti giovedì 30 ottobre dall'Istituto Verian parlano chiaro: c'è stato un calo di cinque punti rispetto al precedente barometro registrato a settembre; più in dettaglio, un calo netto di 11 punti tra gli over 65, e di 9 punti tra i pensionati, coloro che in passato costituivano il suo nucleo elettorale principale. Una caduta vertiginosa, confermata in verità anche da altri istituti come Ipsos che, a inizio ottobre, fissava l'asticella del gradimento francese nei confronti di Macron al 19%. Di poco più ottimista invece era stato il sondaggio Odoxa, per il quale solo il 20% degli intervistati hanno definito Macron un "buon presidente". Da qualunque parte la si guardi, l'inquilino dell'Eliseo fa a gara col predecessore Holland su chi ha il voto peggiore.
"Responsabili" di questi dati sono state senz'altro le mosse poco lungimiranti del presidente, che hanno portato la Francia al baratro degli ultimi mesi: l'infelice aumento dell'età pensionabile, il debito pubblico alle stelle e le politiche di austerità paventate dall'ex premier Bayrou, la crisi di governo dell'esecutivo Lecornu-1, poi rattoppata con un Lecornu-2 che era, prima della fiducia dei socialisti, ad un passo dalla seconda caduta rovinosa. Anche un ex consigliere presidenziale ha riferito che Macron avrebbe "una scarsa comprensione delle conseguenze che le riforme che ritiene necessarie possono avere sullo stato del Paese". Macron, secondo le fonti, ha oscurato l'immagine della Francia all'estero, contribuendo a renderla sempre più instabile (e inaffidabile) politicamente. I sondaggi forniscono così la fotografia di una Francia insoddisfatta, che vorrebbe le dimissioni di Macron prima della fine naturale del suo secondo mandato, già fissata al 2027. Tuttavia, oltre il danno la beffa perché se Macron scende, il suo primo ministro Lecornu "sale" contro ogni aspettativa: dalla sua nomina a settembre, l'indice di gradimento ha toccato il 26%. Godendo del sostegno degli over 65 (+ 7 punti) e dei pensionati (+ 9 punti), proprio di coloro che cioè stanno "voltando le spalle" a Macron.
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