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Francia, Macron tiene duro e convince il dimissionario Lecornu a condurre "ultimi negoziati fino a mercoledì 8 per la stabilità del Paese"

Macron ha chiesto a Lecornu, dimessosi stamattina dopo appena 24 ore dall'insediamento, di occuparsi dei negoziati dell'ultima chance, aggiungendo che "si assumerà piena responsabilità" se "gli ultimi negoziati" saranno un fallimento

06 Ottobre 2025

Francia, Macron tiene duro e convince il dimissionario Lecornu a condurre "ultimi negoziati fino a mercoledì 8 per la stabilità del Paese"

Sono ore difficili per l'esecutivo parigino adesso che Sébastien Lecornu ha rassegnato le sue dimissioni al capo dell'Eliseo dopo appena 24 ore dall'insediamento come primo ministro e dopo 12 ore scarse dalla consegna della lista dei membri di quello che sarebbe dovuto essere il nuovo governo. Il Presidente Macron, nell'occhio del ciclone, ha però chiesto al dimissionario Lecornu un ultimo sforzo: di condurre "degli ultimi negoziati da ora fino a mercoledì sera".

Francia, Macron tiene duro e convince il dimissionario Lecornu a condurre "ultimi negoziati fino a mercoledì 8 per la stabilità del Paese"

Una richiesta necessaria a fronte del vuoto esecutivo che si è venuto a creare. Macron ha così affidato a Lecornu i negoziati dell'ultima chance, con l'obiettivo di "definire una piattaforma d'azione per la stabilità del Paese". È quanto comunicato dall'Eliseo, dove si apprende - secondo quanto riferito dall'entourage del Presidente francese - che Macron è pronto "ad assumersi le proprie responsabilità" in caso di fallimento degli "ultimi negoziati" di Lecornu. "Ho accettato la richiesta del presidente della Repubblica di condurre ulteriori discussioni con le forze politiche - ha confermato il premier dimissionario su X, aggiungendo - mercoledì sera dirò al capo dello Stato se ciò sarà possibile o no, affinché possa trarne tutte le conclusioni del caso". Le dimissioni di Sébastien Lecornu sono arrivate improvvisamente questa mattina, 6 ottobre, dopo la nomina di un mese fa a primo ministro. Fatto che non solo segna un ulteriore record di brevità nella storia politica della Quinta Repubblica, ma che torna a far precipitare Parigi nel caos, dopo il periodo di instabilità che i francesi pensavano di essersi lasciati alle spalle chiusa la parentesi Bayrou sfiduciato dal Parlamento. Lecornu ha così motivato il suo dietro-front: "Non c'erano le condizioni per restare Primo Ministro, hanno prevalso interessi di parte. I partiti politici continuano ad adottare una posizione come se avessero tutti la maggioranza assoluta nell'Assemblea Nazionale. Ogni partito politico vuole che l'altro adotti il ​​suo programma". Ma gli scricchiolii provenivano anche dalla scelta dei ministri del nuovo governo, ministri che, in buona parte, erano già stati in carica nel precedente esecutivo.

Bruno Retailleau, leader dei Républicains, aveva infatti ammesso che il nuovo esecutivo "non riflette la rottura promessa". Intanto l'ex ministro delle Finanze Bruno Le Maire, la cui nomina aveva già sollevato polemiche perché sotto la sua guida il deficit francese era salito alle stelle, ha annunciato di aver parlato con Macron per un ritiro immediato dal governo. Ritiro accettato dal Presidente. "La mia decisione di entrare a far parte del governo è stata presa esclusivamente per spirito di missione, in circostanze geopolitiche gravi" ha dichiarato Le Maire sui social. "Ho proposto al presidente della Repubblica di ritirarmi immediatamente dal governo e di trasferire le mie responsabilità di ministro delle Forze Armate al primo ministro. (...) Mi auguro che questa decisione consenta la ripresa delle discussioni in vista della formazione di un nuovo governo, di cui la Francia ha bisogno. Il mio impegno al servizio della Francia e dei francesi rimarrà sempre animato dalla preoccupazione per l’interesse generale e dello Stato" ha concluso.

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