06 Ottobre 2025
Lecornu, fonte: imagoeconomia
Dopo nemmeno 24 ore come primo ministro, Sebastien Lecornu ha rassegnato le sue dimissioni davanti al presidente francese Emmanuel Macron, solamente 12 ore dopo aver consegnato la lista dei membri dell'esecutivo. Una crisi politica sempre sempre più nera, che il capo dello Stato cercherà di risolvere nominando un nuovo premier. Per ora i più papabili sono Aurore Bergé-Vautrin, Guillaume Lombard e Gérald Darmanin.
La Francia torna nel caos politico. Sébastien Lecornu, nominato primo ministro appena un mese fa e insediatosi solo ieri con la presentazione del suo governo, ha rassegnato le dimissioni questa mattina. L’Eliseo ha confermato che il presidente Emmanuel Macron ha accettato la decisione, che segna un nuovo record di brevità nella Quinta Repubblica: Lecornu diventa ufficialmente il premier più effimero della storia francese.
La crisi è esplosa poche ore dopo la presentazione della squadra di governo, composta in gran parte da ministri già in carica nel precedente esecutivo. L’assenza di volti nuovi ha provocato una levata di scudi sia dalle opposizioni che all’interno della stessa maggioranza. Bruno Retailleau, leader dei Républicains e ministro dell’Interno riconfermato, aveva denunciato su X “un governo che non riflette la rottura promessa”, convocando d’urgenza un comitato strategico del partito e minacciando di lasciare l’esecutivo.
Con la sinistra e l’estrema destra pronte a presentare mozioni di censura, Lecornu si è trovato senza margini di manovra. Il premier avrebbe dovuto presentare martedì la sua dichiarazione di politica generale all’Assemblea nazionale, ma la prospettiva di una sconfitta parlamentare lo ha convinto a farsi da parte.
Ora Macron deve correre ai ripari. All’Eliseo è già partita la caccia al nuovo primo ministro, e circolano tre nomi principali: Aurore Bergé-Vautrin, Guillaume Lombard e Gérald Darmanin.
Vautrin, ex ministra della Solidarité, rappresenta l’ala centrista e moderata del macronismo e sarebbe una scelta di continuità “soft”, utile a rassicurare l’opinione pubblica e il mondo cattolico. Lombard, stretto collaboratore di Macron e attuale segretario generale dell’Eliseo, è invece visto come il profilo tecnico e lealista, ideale per una fase di transizione senza scossoni. Darmanin, attuale ministro dell’Interno, è il nome più politico e divisivo: ex gollista, popolare tra la destra repubblicana, ma criticato a sinistra per le sue posizioni dure su sicurezza e immigrazione.
Il CAC 40 è intanto crollato dell’1,7% dopo l’annuncio delle dimissioni, segno del nervosismo dei mercati. In attesa della nuova nomina, la Francia rimane sospesa tra l’instabilità politica e la possibilità, evocata da Jordan Bardella, di una dissoluzione dell’Assemblea nazionale.
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