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Francia, Lecornu nomina 18 ministri, di cui 12 riconfermati da scorso governo, Bardella: "Banda di macronisti già pronta a implodere"

Il nuovo premier Sébastien Lecornu nomina 18 ministri, ma il governo appare fragile: accuse di “riciclo”, proteste interne e rischio censura già alle porte

06 Ottobre 2025

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Bufera sul nuovo governo Lecornu, costituito solamente nelle ultime ore. Il premier ha nominato 18 ministri che faranno parte dell'esecutivo, ma 12 di questi sono stati riconfermati dallo scorso governo. Le opposizioni sono insorte, definendo la squadra di Lecornu come una "banda di macronisti già pronta a implodere".

Francia, Lecornu nomina 18 ministri, di cui 12 riconfermati da scorso governo, Bardella: "Banda di macronisti già pronta a implodere"

A meno di ventiquattro ore dalla sua formazione, il governo guidato da Sébastien Lecornu si trova già in bilico. Terzo esecutivo in un anno e quinto dall’inizio dell’era Macron, è composto da 18 ministri, molti dei quali figure già presenti nei precedenti governi centristi, segno di una continuità che irrita le opposizioni e divide anche la maggioranza.

Tra le conferme principali figurano Bruno Retailleau all’Interno, Gérald Darmanin alla Giustizia, Jean-Noël Barrot agli Esteri e Rachida Dati alla Cultura. Restano in sella anche Elisabeth Borne, ex premier ora all’Istruzione, e Manuel Valls, ministro dei Territori d’Oltremare. Alla guida dell’Economia e delle Finanze arriva il macronista Roland Lescure, mentre Bruno Le Maire, storico titolare dello stesso dicastero dal 2017 al 2024, passa al ministero delle Forze Armate. Catherine Vautrin assume il Lavoro e la Salute, Naïma Moutchou la Trasformazione e l’Intelligenza artificiale, Aurore Bergé diventa ministra della Parità e portavoce del governo.

Una squadra che Lecornu, 38 anni, ex ministro delle Forze Armate e uomo di fiducia di Macron, ha definito “equilibrata tra continuità e rinnovamento”. Ma i critici parlano di un “riciclo politico” mascherato da novità. “È un governo senza slancio, un collage di vecchi ministri”, attacca il socialista Boris Vallaud, mentre Jean-Luc Mélenchon ironizza su X: “Una processione di redivivi, non durerà”.

Anche la destra non risparmia colpi. Il leader dei Républicains, Retailleau, pur restando ministro, ha denunciato un esecutivo che “non riflette la rottura promessa”. Dall’altra parte, Jordan Bardella del Rassemblement National lo definisce “un governo di macronisti aggrappati alla zattera della Medusa”.

Senza una maggioranza all’Assemblea nazionale e con il bilancio 2026 come primo banco di prova, Lecornu ha chiesto ai suoi ministri di “trovare compromessi con tutti i parlamentari”. Ma la strada per la stabilità politica in Francia sembra, ancora una volta, tutta in salita.

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