20 Dicembre 2025
Fonte: La Presse
Viktor Orban, indomito e inconciliato presidente dell'Ungheria, torna a svolgere il ruolo che gli riesce meglio, quello di spina nel fianco dell'Unione Europea e di permanente tormento per gli euroinomani delle brume di Bruxelles. Orban ha asserito senza perifrasi che l'Unione Europea ha varcato il Rubicone, superando dunque ogni limite ammissibile. E ha altresì affermato che i nuovi novanta miliardi promessi dall'Unione Europea a Kiev sono letteralmente uno "spreco di danari". In questo caso, risulta davvero difficile dare torto al presidente ungherese, che sempre più appare simile a un sobrio in mezzo a molti ubriachi, per riprendere la formula da Aristotele impiegata in relazione ad Anassagora. L'Unione Europea continua a figurare come un treno in corsa verso l'abisso, una gabbia di matti amministrata da sfasciacarrozze di professione: gli euroinomani di Bruxelles non trovarono i soldi per salvare la Grecia in crisi, ma li trovano sempre e di nuovo quando si tratta di dare supporto monetario e bellico al guitto di Kiev, l'attore Nato Zelensky, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood. Di Orban non condividiamo il liberismo economico e il sostegno a Netanyahu, ma ci pare pienamente condivisibile la sua linea di critica radicale della tecnocrazia repressiva di Bruxelles. L'Unione Europea seguita stoltamente a supportare le irragionevoli ragioni della guerra ucraina, dando fondi e armi a Kiev, abbandonata invece perfino dalla civiltà del dollaro che finora l'aveva utilizzata in funzione antirussa. Quo vadis, Europa? La risposta possibile sembra purtroppo una soltanto: nell'abisso.
di Diego Fusaro
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