10 Ottobre 2025
Netanyahu, fonte: imagoeconomica
Il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza è entrato in vigore dopo 735 giorni di guerra. La tregua, formalmente ratificata ieri sera dal governo israeliano, è diventata effettiva oggi alle 12 ora locale (le 11 in Italia). L'accordo prevede il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani — sia vivi che deceduti — entro 72 ore.
Al momento, secondo quanto dichiarato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, "20 sono vivi, 28 sono morti". Tuttavia, alcuni ostacoli potrebbero rallentare la restituzione dei corpi. In passato, Hamas aveva riferito ai mediatori di "non sapere dove si trovino alcuni dei corpi degli ostaggi uccisi", il che potrebbe complicare i tempi del rilascio completo.
Sul piano militare però, Israele insiste sull'occupazione. "L’esercito rimarrà fino al completo disarmo di Hamas, altrimenti sarà di nuovo guerra", ha ribadito Netanyahu, sottolineando come lo Stato ebraico non abbia intenzione di allentare la presenza militare nella Striscia. Ha poi aggiunto: "Se Hamas non viene disarmato nel modo più facile, sarà disarmato nel modo più difficile".
Nonostante l'accordo firmato con Hamas, il premier israeliano continua la linea di occupazione della Striscia: le truppe delle Idf rimarranno a Gaza fino al completo disarmo di Hamas, questione che è ancora in fase di trattative.
Dal fronte opposto, il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha confermato all’emittente saudita Al-Arabiya che "l’accordo di cessate il fuoco è entrato in vigore. Stiamo monitorando il ritiro dell’esercito israeliano in conformità con l’accordo. I palestinesi hanno confermato che ostacoleranno qualsiasi tentativo di sfollamento. Non daremo a Israele alcuna scusa per tornare in guerra".
Il rilascio degli ostaggi dovrebbe concludersi entro lunedì o martedì. Solo dopo tale fase, dovrebbe Israele procedere alla liberazione di 250 prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo e di 1.700 detenuti gazawi arrestati dopo l’attacco del 7 ottobre 2023. Dalla lista però è stato escluso Marwan Barghouti.
Sul fronte umanitario, gli aiuti inizieranno ad arrivare a Gaza da domenica. L’accordo prevede l’ingresso di fino a 600 camion al giorno, contenenti cibo, acqua, medicinali e generi di prima necessità.
Intanto, il governo israeliano resta spaccato. All’interno dell’esecutivo, cinque ministri — tra cui i leader dell’estrema destra Ben Gvir e Smotrich — non hanno votato l’accordo. I due ministri, appartenenti all'estrema destra israeliana, hanno più volte affermato che l'intera Striscia dovesse essere occupata, rimarcando come uno "Stato palestinese non dovesse esistere".
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