25 Settembre 2025
La risposta della Global Sumud Flotilla alla proposta avanzata dal governo italiano sull'alternativa praticabile all'invio degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza non si è fatta attendere: no, niente mediazioni.
La delegazione italiana del Global Movement to Gaza, a nome del Comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, ha così riferito che la proposta governativa avanzata dalla premier Meloni lo scorso 24 settembre, e per la quale gli aiuti andavano consegnati a Cipro e al patriarcato latino di Gerusalemme, non è stata accettata. Il Comitato direttivo della spedizione marittima dunque, in barba ai pericoli e ai rischi privi di garanzie securitarie una volta entrati in acque nazionali israeliane, salta a piè pari il piano del governo e tira dritto, dichiarandosi "fedele" ai suoi obiettivi: "La nostra missione rimane fedele al suo obiettivo originario di rompere l'assedio illegale e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione assediata di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica. Qualsiasi attacco od ostruzione alla missione costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale e un atto di sfida all'ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia che impone a Israele di facilitare gli aiuti umanitari verso Gaza". Non è solo questione di coerenza ideologica, rivendica la missione. Le decine di imbarcazioni salpate da tutto il Mediterraneo non si stanno muovendo a scopo offensivo e sono seriamente tutelate dai governi di provenienza, nonché dal diritto internazionale. La rottura del blocco israeliano è necessario secondo la Flotilla: solo oggi "gli attacchi israeliani a Gaza hanno già ucciso un totale di 30 persone. Il recente bombardamento di una abitazione familiare ha ucciso 11 persone tra cui anche bambini. Questa cifra è destinata a salire a fronte delle ultime incursioni dell'esercito israeliano in corso nel campo profughi centrale di Bureij e nel quartiere di Tal al-Hawa, a Gaza City".
Ma le cose sono molto più complicate. Non solo perché Israele è seriamente intenzionato a ostacolare in ogni modo la Flotilla, come dimostrato dall'attacco subito da una decina di imbarcazioni in acque internazionali nella notte tra il 23 e il 24 settembre. Ma perché, come ha riferito questa mattina alla Camera il ministro della Difesa Guido Crosetto, "Noi non siamo in grado, una volta usciti dalle acque internazionali ed entrati in quelle nazionali, di garantire sicurezza: né noi, né altri paesi". "Mandare navi della marina militare dichiarando così guerra a Israele? Fuori discussione" aveva paventato a New York la stessa premier Meloni. La situazione è delicata: se da un lato la Global Sumud Flotilla procede spedita, perché "Israele non ci intimidisce. Non fermeremo i nostri sforzi fino a che non si ferma il genocidio" afferma Nkosi Zwelivelile Mandela, nipote del leader sudafricano Nelson, dall'altro il governo Netanyahu fa resistenza. "La flottiglia ha respinto la proposta italiana dimostrando che il suo vero scopo è la provocazione e il servizio ad Hamas", ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar.
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