06 Luglio 2025
Giorgia Meloni (fonte: LaPresse)
Nei giorni in cui si è discusso della svolta guerrafondaia di riarmo da parte dell'Unione Europea, Giorgia Meloni ha ribadito la sua posizione favorevole a un esercito di difesa comune. Una colonna militare che, nei piani della premier, non dovrebbe essere una difesa parallela, ma una colonna europea della Nato. A far discutere, un documento del Pentagono sulla cosiddetta dottrina Wolfowitz, datato 1992, che alluderebbe a come un esercito europeo andrebbe a indebolire sia la potenza americana, che l'Alleanza atlantica.
Nel giorno in cui in Parlamento si discuteva di riarmo, Giorgia Meloni ha voluto ribadire la sua posizione sulla difesa comune: «Il sistema di difesa occidentale si basa sulla Nato, che non ha un proprio esercito ma la cooperazione di quelli nazionali. Io voglio una colonna europea della Nato, ma costruire una difesa europea parallela sarebbe un’inutile duplicazione».
Parole che sembrano riecheggiare un documento segreto del Pentagono del 1992, noto come “dottrina Wolfowitz”, dal nome del sottosegretario alla Difesa che lo redasse. In quelle 46 pagine si delineava chiaramente l’obiettivo americano di impedire la nascita di una superpotenza europea capace di oscurare gli Stati Uniti, vietando a Europa e Giappone di rivendicare un ruolo più autonomo.
In Italia, proprio in quei mesi, circolò una nota dei servizi segreti che avvertiva di un piano per destabilizzare il Paese dopo la fine dell’URSS, firmata da Elio Ciolini e inizialmente sottovalutata. Eppure, a marzo 1992 venne assassinato Salvo Lima, poi seguirono le stragi di Falcone e Borsellino. Vittorio Sbardella, luogotenente di Andreotti, dichiarò che dietro quella destabilizzazione c’erano "gli americani e alcuni gruppi industriali, ostili all’unità europea".
Da allora, gli USA hanno operato spesso fuori dall’ONU, lasciato truppe in Europa e deciso unilateralmente su interventi e sanzioni, come previsto dal documento. Anche oggi, il conflitto russo-ucraino e le tensioni con l’Iran sembrano confermare quella linea.
Che sia un caso o meno, la posizione della premier italiana si allinea perfettamente a quella “dottrina”, che già trent’anni fa prevedeva tutto, non volendo costruire un esercito europeo ma solo una colonna europea della Nato.
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