09 Dicembre 2025
Ursula von der Leyen (fonte: Lapresse)
La difesa americana: una palla al piede per l’Europa?
Con un documento ufficiale, la nuova strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti accusa l’Unione Europea di essersi appoggiata troppo alla potenza americana per la sua difesa, trascinando così Washington in conflitti internazionali ritenuti inutili e costosi. È vero che i Paesi europei, all'interno della NATO, hanno contribuito a fatica alla difesa collettiva, ma è altrettanto vero che nessuno ha mai chiesto agli Stati Uniti di farsi carico della protezione di un intero continente, né di trasformarsi in una potenza occupante. In realtà, sono stati gli USA a gestire indirettamente la sicurezza europea, con la NATO come strumento di controllo. E proprio tramite la NATO, gli Stati Uniti hanno portato l’Europa nel vortice di guerre strategiche che hanno segnato la storia recente, come il conflitto in Iraq, la Libia e ora la guerra in Ucraina.
Una storia di conflitti imposti
Non è un mistero che le strategie statunitense abbia spesso utilizzato l’Europa come pedina nelle sue guerre globali. La guerra del Golfo del 1991, l'intervento in Afghanistan e la disastrosa campagna in Libia sono esempi di conflitti che hanno visto gli Stati Uniti come motore principale, ma che hanno coinvolto direttamente anche gli alleati europei, spesso senza un adeguato dibattito interno. Non si tratta solo di questioni ideologiche: c'è una dimensione concreta di morti, spese e distruzioni che l’Europa ha dovuto subire, senza alcuna reale garanzia di sicurezza a lungo termine. I risultati di questi conflitti sono oggi sotto gli occhi di tutti: instabilità, crescenti flussi migratori, e un ritorno a guerre per procura che continuano a destabilizzare regioni chiave.
La NATO come strumento di controllo americano
La NATO è stata fin dall'inizio una creazione statunitense destinata a mantenere il controllo sull'Europa durante la Guerra Fredda. Oggi, nonostante l’Unione Europea sia economicamente potente, continua a dipendere fortemente dalla protezione militare statunitense, pur avendo un peso sempre maggiore sul piano economico e politico. La NATO non solo ha bloccato ogni tentativo di costruire una vera autonomia militare europea, ma ha anche creato una struttura di alleanze che favorisce in modo chiaro gli interessi geostrategici degli Stati Uniti. Il fatto che gli USA abbiano accettato, per decenni, di essere l'unico garante della sicurezza europea non è un caso: ha garantito loro il controllo delle rotte energetiche, delle risorse naturali e, soprattutto, un importante “cuscinetto” contro le possibili sfide geopolitiche di potenze emergenti come la Russia o la Cina.
La crescita del militarismo tedesco e giapponese: un déjà-vu inquietante
Nel dicembre del 2025, la Germania ha approvato il suo più grande pacchetto di difesa dal 1945: 582,5 miliardi di dollari fino al 2035, con picchi annuali superiori ai 180 miliardi di dollari a partire dal 2029. Per la prima volta, il Giappone ha raggiunto e superato l’obiettivo di spendere il 2% del PIL in difesa, con un budget di 645 miliardi di dollari per il 2035. Entrambi i Paesi stanno riaffermando il loro ruolo di potenze militari convenzionali, ma c'è un aspetto che non può essere ignorato: tutt’oggi, entrambe le potenze presentano gravi carenze che rispecchiano le loro debolezze storiche. Per la Germania, nonostante gli enormi investimenti, la dipendenza energetica rimane una questione cruciale. La stessa complessità e costosa manutenzione delle attrezzature militari (carri armati, sottomarini, munizioni) è un retaggio storico della Seconda Guerra Mondiale, quando i mezzi tedeschi costavano molto più rispetto agli altri alleati. Nonostante l’eccellenza tecnologica, la Germania continua a dipendere da risorse esterne, particolarmente energia e materie prime strategiche.
Il Giappone, d'altra parte, ha una reputazione di eccellenza nell’ingegneria, ma la sua produzione rimane ridotta e fortemente dipendente dalle importazioni. Le sue risorse naturali sono praticamente inesistenti, e nonostante il grande aumento del budget difensivo, la capacità di produrre armi in grande quantità resta limitata. Questo crea una contraddizione fondamentale: questi Paesi sono pronti a tornare come potenze militari, ma si trovano ad affrontare le stesse debolezze strutturali che li hanno portati alla rovina nel 1945.
Il ritorno dei neocon e il nuovo approccio della sicurezza statunitense
Il nuovo documento sulla sicurezza nazionale degli Stati Uniti presenta una visione del mondo che riflette un crescente realismo geopolitico. Washington non nasconde il fatto che il suo primato globale stia svanendo. La potenza militare statunitense, pur restando dominante, è minacciata dall’ascesa di Cina e Russia, mentre la competizione economica è sempre più serrata. L'Europa, quindi, è chiamata a sostenere il suo impegno finanziario e militare per i prossimi decenni, ma senza alcuna garanzia che la sicurezza venga realmente assicurata. L'invito a comprare armi americane e a obbedire a linee di politica estera dettate da Washington, senza però impegnarsi in un vero “partenariato” strategico, è la vera novità della strategia americana. Questo riflette una crescente sfiducia negli alleati europei e un tentativo di minimizzare i rischi per gli Stati Uniti, mentre continua a imporre oneri pesanti all'Europa. Gli Stati Uniti, infatti, sembrano aver perso interesse nell'espandere la NATO come un vero strumento di difesa collettiva, ma piuttosto come una piattaforma per preservare i propri interessi geopolitici.
La creazione di un’Europa "americani-centrica"
L'Unione Europea, pur avendo una propria politica estera, è fortemente condizionata dalle politiche statunitensi. La NATO è una parte centrale di questa dinamica. La creazione dell’euro, la crescente espansione della NATO e il posizionamento di soldati americani sul continente non sono casuali: sono scelte deliberate per impedire che l'Europa possa sviluppare una politica estera autonoma che metta in discussione gli interessi strategici degli Stati Uniti. L'Europa, quindi, non è solo una vittima di conflitti esterni, ma una parte fondamentale di una strategia geostrategica globale messa in atto da Washington. La nuova strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti non fa altro che confermare quanto molti analisti avevano già osservato: l’Europa è stata strumentalizzata nelle sue alleanze internazionali, tanto economiche quanto militari. Gli Stati Uniti non sono più disposti a sacrificare la loro supremazia globale per la difesa di un continente che ha sempre visto come una pedina nel loro gioco geopolitico. Il futuro dell’Europa sembra sempre più legato ad un compromesso costoso e senza certezze.
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