04 Luglio 2025
Ursula von der Leyen (fonte: Lapresse)
La mozione di sfiducia rivolta contro la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen verrà votata il 10 luglio. Ad aggravare la sua posizione, oltre al Pfizergate, sarebbe anche la svolta militarista che ha deciso con la strategia Rearm Europe. La manovra guerrafondaia ha infatti ottenuto dissensi sia dalla sinistra che dalla destra del Parlamento europeo.
Si complica la posizione della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. La manovra di sfiducia nei suoi confronti, approvata con il sostegno di 79 eurodeputati dell'ala conservatrice dell'emiciclo, verrà votata giovedì 10 luglio.
La causa ufficiale della sfiducia è il Pfizergate, ossia lo scambio di sms segreti con il Ceo di Pfizer Albert Bourla per l'acquisto di 1,8 miliardi di dosi di vaccino Covid su 4,2 miliardi totali. Alla presidente è stata fatta notare la mancanza di trasparenza di questo acquisto da 35 miliardi di euro. Il caso è arrivato in tribunale e la presidente della Commissione Ue è stata costretta a rendere legittimo l'accesso agli atti. In precedenza, von der Leyen era stata condannata per mancata trasparenza sui contratti per l'acquisto di 1 miliardo di di dosi per 2,7 miliardi di euro, e obbligata a pagare le spese legali.
A peggiorare la situazione di von der Leyen, il piano strategico, che lei ha definito "di difesa", Rearm Europe: una svolta guerrafondaia e militarista che ha puntato al riarmo dell'Unione, invisa sia alla destra che alla sinistra del Parlamento Europeo. Per appianare le critiche, la presidente ha anche cambiato il nome del piano in Readiness 2030, pur mantenendo sostanzialmente la linea del riarmo. La Commissione europea, secondo le prime stime, non dovrebbe crollare: von der Leyen sarà sostenuta dai popolari e dai liberali, mentre lo schieramento dei socialisti e dei verdi non hanno dato chiare indicazioni.
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