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Dalai Lama: "Dopo la mia morte sarà nominato successore fra tibetani in esilio, non sarà scelto da Pechino", no della Cina: "Decidiamo noi"

La massima autorità religiosa del buddismo mondiale ha dichiarato che dopo la sua morte, avrà un successore che non sarà scelto da Pechino, ma tra i tibetani esiliati dalla propria terra

02 Luglio 2025

Dalai Lama: "Dopo la mia morte sarà nominato successore fra tibetani in esilio, non sarà scelto da Pechino", no della Cina: "Decidiamo noi"

Il Dalai Lama Tenzin Gyatso, massima autorità religiosa del buddismo mondiale, ha dichiarato nella mattinata di mercoledì 2 luglio che avrà un successore dopo la sua morte e che questo sarà scelto tra i tibetani esiliati. Pechino però non ci sta e insiste sul fatto che il Tibet sia ormai dal 1950 territorio cinese e che quindi il prossimo Dalai Lama sarà scelto proprio dal Paese di Xi.

Dalai Lama: "Dopo la mia morte sarà nominato successore fra tibetani in esilio, non sarà scelto da Pechino", no della Cina: "Decidiamo noi"

Il Dalai Lama in carica è Tenzin Gyatso, il 14esimo della storia. Domenica 6 luglio compirà 90 anni e da 66 si trova in esilio a Dharamsala, città a Nord dell'India, poco distante dal Nepal e dal Pakistan. Nella stessa città, ha sede anche il governo non riconosciuto del Tibet, invaso nel 1950 dalla Cina.

Dopo la morte del leader del buddismo tibetano, secondo la tradizione, la successione procede tramite una reincarnazione trascendentale. La scelta del nuovo Dalai Lama si basa su ricerche e accertamenti della nuova manifestazione del capo religioso appena defunto da parte di tutta la comunità tibetana, attraverso oracoli, sogni e presagi. Una volta che viene identificata una nuova manifestazione, solitamente quando un bambino è molto piccolo, questo viene consacrato e intronizzato, dando inizio al suo percorso di studi, fino ai 18 anni, quando potrà effettivamente governare.

Ha fatto parlare la decisione dell'attuale Dalai Lama di scegliere il suo successore nei tibetani esuli, dato che da diversi anni si parlava ormai di lasciar decadere la carica. La Cina si è mostrata subito invisa alle dichiarazioni di Tenzin Gyatso, dichiarando che la scelta starebbe a Pechino, essendo il Tibet una regione cinese di fatto dal 1950. La Repubblica Popolare ha cercato da anni di aumentare il proprio potere nella zona scegliendo il nuovo Dalai Lama.

Molti sostengono che alla fine ci saranno due Dalai Lama rivali: uno scelto per sorteggio e approvato da Pechino, mentre un altro scelto dai monaci anziani fedeli a Tanzin Gyatso.

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