18 Giugno 2025
Bombardiere B-2 (fonte: Wikipedia)
Israele ha bisogno del supporto americano per distruggere i siti nucleari sotterranei iraniani. Questi complessi, in primis quelli di Fordow e Natanz, sono costruiti sottoterra a decine di metri di profondità e protetti da scudi di cemento spessi diversi metri, per cui colpirli con normali bombe sarebbe inutile; l'utilizzo delle bombe "bunker busting" è quindi essenziale. Questi ordigni, pensati per distruggere obiettivi sotterranei, sono già a disposizione di Israele, ma non sono sufficienti per distruggere gli impianti più profondi. Fordow, ad esempio, è costruito all'interno di una montagna.
Per colpire questi siti così protetti servono le "bunker busting" più potenti, le GBU-57, ordigni da 14 tonnellate progettati appositamente per questo scopo. Ed è qui che entrano in gioco gli Stati Uniti. Washington dispone infatti del bombardiere B-2 Spirit, l'unico aereo al mondo in grado di trasportare la GBU-57. Per Tel Aviv causare danni significativi a Fordow senza l'aiuto statunitense sarebbe quindi impossibile.
La GBU-57, sviluppata nei primi anni 2000 come deterrente contro nazioni come la Corea del Nord, è stata successivamente aggiornata con tecnologie avanzate, mai del tutto divulgate per motivi di sicurezza. L’obiettivo è penetrare il rivestimento protettivo e detonare solo una volta all’interno della struttura, in modo da massimizzare la distruzione. Gli ultimi upgrade sembrano aver migliorato l’efficacia anche in assenza di dati precisi sulla profondità o sull’esatta ubicazione del bersaglio.
Un’inchiesta del New York Times ha rivelato che, secondo simulazioni condotte dal Pentagono, per colpire efficacemente obiettivi come Fordow sarebbero necessari più passaggi dei B-2: un primo lancio seguito da ulteriori attacchi ravvicinati, una sorta di "martellamento" ripetuto per perforare le fortificazioni sotterranee. Alcuni esperti sostengono che le centrifughe iraniane siano protette da uno strato roccioso profondo 90-100 metri.
Israele, dal canto suo, dispone già di bombe bunker busting, utilizzate con esiti devastanti in operazioni contro Hezbollah. Una di queste, nel sud di Beirut, ha visto l’impiego di circa 80 ordigni in sequenza per eliminare i vertici del movimento. Probabilmente la stessa tattica è stata adottata in operazioni contro alti comandi iraniani. Tuttavia, queste armi non sono sufficienti per penetrare le strutture più profonde, come i tunnel dove l’Iran nasconde missili e strutture di ricerca. In questo contesto entra in gioco la GBU-57, per cui sarebbe fondamentale il supporto degli Stati Uniti. Per altri obiettivi, invece, l’arsenale israeliano appare ancora adeguato.
Secondo fonti AIEA, attacchi precedenti contro il sito di Natanz hanno provocato seri danni alle centrifughe, anche in aree sotterranee. Conseguenze sono state osservate anche in altri centri nucleari come Tabriz e Isfahan, secondo le immagini satellitari. L’Idf (l’esercito israeliano) è pronta, si dice, a colpire nuovamente almeno 15 obiettivi di rilievo.
Gli esperti sottolineano che la "montagna" che protegge Fordow è una componente cruciale del programma nucleare iraniano, ma anche che nessun attacco potrà eliminarlo del tutto: al massimo, si potrà rallentare lo sviluppo di Teheran.
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