29 Maggio 2025
Fonte: Facebook, @Urla dal silenzio
Lo zio di Adam, l'unico dei 10 figli della pediatra Alaa Al-Najjar, sopravvissuto dopo il raid dell'Idf, lancia l'appello: "Adam ha undici anni. Bisogna portarlo via da qui, in un ospedale vero, fuori dalla Striscia. Per favore fate qualcosa, prendetelo voi, salvatelo". Della dottoressa Ali dice che "ama quel lavoro. Ma adesso è mentalmente devastata, non è vero che ha ripreso a visitare i bambini, come qualcuno ha scritto, le servirebbero dieci psicologi per riprendersi. Alaa non funziona più. Cerca di non farlo vedere, ma dentro si è rotta".
Lo zio dell’unico superstite tra i dieci figli di al-Najjar, uccisi dalle bombe dell’esercito israeliano, fa un appello sostanziale all'Italia: che il piccolo Adam riceva le cure necessarie per sopravvivere. La donna di figli ne aveva 10, e quella bomba caduta sulla sua casa gliene ha portati via 9. Anche il marito Hamid è all'ospedale Nasser di Khan Younis, in gravi condizioni.
"Oltre alle ustioni, Adam ha fratture alla testa, la mano sinistra rotta e non può camminare. Al Nasser i macchinari moderni per fare le lastre sono stati distrutti dall'esercito israeliano, sono costretti a usare scanner vecchi che non sono accurati. E Adam ha bisogno di esami al cervello, alla testa, ha bisogno di precisione. Vi rendete conto in quali condizioni ci troviamo? Quelle della terapia intensiva non sembrano neppure stanze di ospedale, manca tutto, gli strumenti di base, mi dicono anche i farmaci per le anestesie".
Della mamma, Ali dice: "Si è sempre presa cura dei suoi 10 figli. Prima della guerra si alzava all'alba, preparava dieci colazioni, li vestiva per la scuola. Al lavoro arriva sempre per prima e spesso rimane in ospedale per 24 ore di fila". Ma ora, dopo il bombardamento dell'esercito israeliano in quella casa a Khan Younis, tutto è cambiato. La pediatra ha perso 9 dei suoi 10 figli, Adam è in condizioni disperate ed anche la vita del marito Hamdi è appesa ad un filo: "Salvate almeno loro", implora Ali. "Questa famiglia ha già sofferto troppo".
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