12 Maggio 2025
Donald Trump (fonte foto Pixabay)
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che oggi, alle ore 9 americane, le 15 in Italia, firmerà un decreto esecutivo destinato a riscrivere le regole del mercato farmaceutico americano, riducendo i prezzi dei farmaci da prescrizione dal 30 all’80%. Trump lo ha definito “uno dei decreti esecutivi più significativi della storia del Paese”.
“Sono lieto di annunciare che, alla Casa Bianca, firmerò uno dei decreti esecutivi più significativi nella storia del nostro Paese. I prezzi dei farmaci da prescrizione e dei prodotti farmaceutici saranno ridotti, quasi immediatamente, dal 30% all'80%. Aumenteranno in tutto il mondo per uniformare e, per la prima volta da molti anni, portare giustizia in America”, ha dichiarato Donald Trump.
Il provvedimento introduce una “politica della nazione favorita”, secondo cui gli Stati Uniti pagheranno per i farmaci lo stesso prezzo corrisposto dalla nazione con i costi più bassi al mondo. “Il nostro paese sarà finalmente trattato equamente e i costi sanitari dei nostri cittadini saranno ridotti a livelli mai nemmeno immaginati prima”, ha assicurato il presidente.
Nel suo messaggio, Trump ha puntato il dito contro il sistema attuale, ritenuto da lui profondamente ingiusto: “Per molti anni - sostiene Trump - il mondo si è chiesto perché i farmaci da prescrizione e i prodotti farmaceutici negli Stati Uniti d'America fossero così molto più costosi rispetto a qualsiasi altra nazione, a volte da cinque a dieci volte più costosi dello stesso farmaco, prodotto nello stesso laboratorio o stabilimento, dalla stessa azienda? Era sempre difficile da spiegare e molto imbarazzante perché, in realtà, non esisteva una risposta corretta o legittima”.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Le associazioni di categoria, come PhRMA, hanno sollevato forti perplessità, avvertendo che una tale misura potrebbe “soffocare l’innovazione” e mettere a rischio l’accesso ai farmaci più recenti. Ma secondo i critici dell’industria, i profitti miliardari delle aziende farmaceutiche non hanno sempre portato a vere innovazioni, bensì a un’intensa attività di lobbying e a politiche di prezzo aggressive.
Il decreto, se attuato nei termini annunciati, potrebbe avere conseguenze ben oltre i confini americani. Per compensare le perdite negli Stati Uniti, le multinazionali del farmaco potrebbero aumentare i prezzi in altri Paesi, come quelli europei o il Canada, dove i costi sono attualmente negoziati e calmierati dai governi. Una prospettiva che rischia di scatenare nuove tensioni diplomatiche e difficoltà per i sistemi sanitari pubblici.
Negli USA, invece, il taglio dei prezzi potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per milioni di cittadini. Secondo la Kaiser Family Foundation, il 25% degli americani che assumono farmaci prescritti fatica a permetterseli. La firma del decreto potrebbe invertire questa tendenza, rendendo più accessibili le cure essenziali per vaste fasce della popolazione.
Tuttavia, l’efficacia e la reale applicabilità del provvedimento restano da verificare. Big Pharma potrebbe rispondere con azioni legali o pressioni politiche per bloccarne l’attuazione. In ogni caso, l’iniziativa di Trump si inserisce in un contesto di crescente malcontento verso i costi sanitari, e potrebbe rappresentare una svolta storica.
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