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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Trump da record, 79 ordini esecutivi approvati in 40 giorni, un terzo di questi per abolire disposizioni di Biden, mai così tanti dal 193

Nella sua precedente amministrazione il tycoon ne aveva approvati 15 nello stesso periodo

03 Marzo 2025

Una vera valanga che illustra il promesso intento di rovesciare l’ordine in precedenza stabilito.
Dal ritorno alla Casa Bianca lo scorso 20 gennaio, Donald Trump ha firmato la bellezza di settantanove ordini esecutivi, ovvero tanti quanti ebbe a siglarne il predecessore democratico Joe Biden durante l’intero primo anno alla Casa Bianca.

Si tratta di un record - peraltro non assoluto dato il precedente del 1937 (anno iniziale del secondo mandato di Franklin Delano Roosevelt) - a quanto certifica il Registro federale statunitense che li pubblica da quella data.
Primato che inoltre segna una forte accelerazione rispetto al primo mandato dello stesso Donald Trump (2017-2021): nel medesimo periodo, ne aveva siglati quindici.

Mettere in discussione i fondamenti del libero scambio, la legislazione a tutela delle minoranze etniche e di genere, ridurre o addirittura abolire i servizi federali, eccetera: il rinnovato (dopo un intervallo di quattro anni come prima accaduto solo a Grover Cleveland) presidente americano sale regolarmente (e spettacolarmente) sul palco - mediatico, non per niente ha sottolineato l’altro ieri quanto il suo a dir poco animatissimo scontro con Zelenski fosse un grande momento televisivo - armato di penna, ribadendo la propria ambizione di ripristinare la grandezza dell’America e di assumere un atteggiamento pressoché opposto a quello dell’amministrazione precedente.

Secondo le rilevazioni, circa un terzo degli ordini esecutivi firmati finora modificano o aboliscono disposizioni approvate dall’amministrazione Biden.

Ovviamente, questo desiderio di rompere con il passato sta incontrando resistenze: al 27 febbraio, secondo il sito web “Just Security” della New York University School of Law, sedici dei decreti emanati erano oggetto di contestazioni e ricorsi.

Tra gli ultimi vergati, anticipato nei contenuti nei trascorsi giorni, quello che stabilisce l’inglese come la lingua ufficiale degli Stati Uniti.
Si tratta di una novità assoluta poiché nei loro quasi duecentocinquanta anni di storia gli USA non hanno mai avuto una lingua ufficiale a livello federale.
L’ordine esecutivo in questione azzera il mandato federale a suo tempo deciso da Bill Clinton che obbligava le agenzie a fornire assistenza linguistica a chi non parlasse inglese.

di Mauro della Porta Raffo

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