31 Gennaio 2025
Fonte: imagoeconomica
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) è ufficialmente bandita dal territorio israeliano. Il divieto, entrato in vigore giovedì, ostacola le operazioni umanitarie dell’organizzazione a Gaza e in Cisgiordania. Tuttavia, l’ONU assicura che il lavoro dell’UNRWA proseguirà nei territori palestinesi occupati.
La legge, approvata dal parlamento israeliano nell’ottobre 2023, vieta all’UNRWA di operare in Israele e a Gerusalemme Est, proibendo inoltre qualsiasi contatto tra l’agenzia e le autorità israeliane. Israele giustifica la misura accusando l’UNRWA di essere coinvolta in attività terroristiche, ma senza fornire prove concrete a sostegno di questa affermazione.
Nonostante il divieto, il portavoce del Segretario generale dell’ONU, Stéphane Dujarric, ha dichiarato: “Le cliniche dell’UNRWA in Cisgiordania occupata, inclusa Gerusalemme Est, sono aperte. Nel frattempo, le operazioni umanitarie a Gaza continuano, incluso il lavoro dell’UNRWA.”
Israele accusa l’UNRWA di aver impiegato alcuni membri di Hamas e di aver avuto un ruolo nell’attacco del 7 ottobre 2023, in cui il gruppo palestinese ha ucciso circa 1.200 persone e catturato oltre 250 ostaggi.
Secondo un'indagine dell'ufficio delle Nazioni Unite nove dipendenti sui circa 13.000 che conta l'organizzazione nella Striscia di Gaza “potrebbero essere stati coinvolti” nel massacro del 7 ottobre 2023 in Israele da parte di Hamas, mentre in altri nove casi, non sono state trovate prove a sostegno dei sospetti. Un dipendente era già stato scagionato nell'aprile 2024 e reintegrato.
Gli investigatori dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi interni (OIOS) non ha avuto accesso diretto alle prove, che “sono rimaste in possesso delle autorità israeliane”, secondo Farhan Haq, vice portavoce del Segretario generale Antonio Guterres.
“L'OIOS non è stato in grado di autenticare in modo indipendente la maggior parte delle informazioni. Non sono stati forniti dettagli sul contenuto delle accuse. Oltre a ciò, dovremo valutare quali ulteriori passi siano necessari per corroborare e valutare pienamente [le informazioni]”, aveva detto il vice portavoce.
A gennaio, diversi paesi occidentali – tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Canada – hanno sospeso i finanziamenti all’UNRWA sulla base di queste accuse, ma un’indagine indipendente condotta dall’ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna per conto dell’ONU ha rivelato che, sebbene vi siano alcune “questioni legate alla neutralità”, Israele non ha presentato alcuna prova che colleghi l’UNRWA ad attività terroristiche.
Il ministro degli Esteri israeliano Oren Marmorstein ha ribadito che “l’aiuto umanitario non equivale a UNRWA”, sostenendo che esistono organizzazioni “alternative” per facilitare l’ingresso di aiuti nella Striscia di Gaza.
Mercoledì, la Corte Suprema israeliana ha respinto un ricorso dell’associazione per i diritti umani Adalah, che contestava la costituzionalità della legge, affermando che il provvedimento “proibisce l’attività dell’UNRWA solo sul territorio sovrano dello Stato di Israele” e “non ne vieta l’attività nelle aree della Giudea e Samaria (Cisgiordania occupata, ndr) e nella Striscia di Gaza”.
L’UNRWA è attiva da oltre 70 anni e fornisce assistenza a 5,9 milioni di rifugiati palestinesi in Cisgiordania, Gaza, Giordania, Libano e Siria. Il divieto imposto da Israele arriva in un momento critico, con oltre 1,7 milioni di sfollati nella Striscia di Gaza a causa della guerra in corso.
Il commissario generale dell’UNRWA, Philippe Lazzarini, ha avvertito che il divieto “aumenterà l’instabilità e approfondirà la disperazione nei territori palestinesi occupati in un momento critico”.
Secondo Lazzarini, “da quando è iniziato il cessate il fuoco, l’UNRWA ha portato il 60% del cibo che entra a Gaza, raggiungendo oltre mezzo milione di persone. Effettuiamo circa 17.000 consultazioni mediche ogni giorno”. Ha inoltre denunciato che l’agenzia è stata vittima di “una feroce campagna di disinformazione” volta a “ritrarre l’agenzia come un’organizzazione terroristica”.
Mentre diversi paesi occidentali hanno tagliato i fondi all’UNRWA, alcuni stati hanno espresso solidarietà all’agenzia.
La Norvegia ha annunciato un finanziamento di 24 milioni di dollari per sostenere l’UNRWA. Il ministro degli Esteri norvegese, Espen Barth Eide, ha dichiarato: “Gaza è in rovina, e l’aiuto dell’UNRWA è più necessario che mai.”
Anche la Turchia ha condannato la decisione di Israele, definendola “una flagrante violazione del diritto internazionale” e accusando Tel Aviv di voler “forzare lo sfollamento dei palestinesi dalla loro terra”.
L’UNRWA è stata creata nel 1949 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per fornire assistenza ai 750.000 palestinesi sfollati dopo la fondazione di Israele nel 1948, evento noto come la Nakba (“catastrofe” in arabo).
Oggi, l’agenzia impiega 30.000 persone, per lo più rifugiati palestinesi, e fornisce servizi essenziali, tra cui assistenza alimentare, istruzione, cure mediche e supporto sociale. Le sue scuole hanno formato milioni di studenti palestinesi, mentre i suoi ospedali e centri medici offrono assistenza sanitaria di base e specializzata.
La chiusura dell’UNRWA in Israele potrebbe avere gravi conseguenze per milioni di rifugiati palestinesi, privandoli di servizi essenziali e aumentando la già grave crisi umanitaria nei Territori Occupati.
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