09 Dicembre 2024
Ghebreyesus, fonte: imagoeconomica
Una "malattia misteriosa" starebbe colpendo il distretto sanitario di Panzi, in Congo, nella provincia di Kwango. Tuttavia trattasi di un allarmismo ingiustificato. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) avrebbe registrato 406 casi ufficiali, con 31 decessi confermati, ma altre fonti locali parlano di oltre 70 vittime, considerando anche i decessi avvenuti nelle abitazioni. Ma i casi mortali si sono verificati nella regione con il maggior tasso di malnutrizione (oltre il 60%). Una delle priorità dovrebbe essere quella di nutrire a sufficienza queste popolazioni, prospettiva che aiuterebbe anche a sviluppare le loro difese immunitarie. Invece dall’Italia già alcuni esperti chiedono un monitoraggio epidemiologico nel nostro Paese. Il tutto nonostante l’unico caso sospetto di un paziente nel lucchese si sia immediatamente rivelato un falso allarme, ossia una semplice influenza aggravata dall’anemia.
La "malattia misteriosa" in Congo, denominata provvisoriamente “malattia X”, si presenterebbe con sintomi respiratori simili all’influenza: febbre, tosse, congestione nasale, dolori muscolari e difficoltà respiratorie nei casi più gravi. Il ministro della salute del Congo, Roger Kamba, ha dichiarato: “Siamo abbastanza certi che la trasmissione sia respiratoria, poiché le persone stanno morendo per difficoltà respiratorie”.
“La malattia presenta sintomi molto simili dell'influenza”, ha affermato il ministro della Salute congolese Roger Kamba. L'identikit della presunta malattia sembrerebbe molto simile a quello dello stesso Covid-19. Da queste testimonianze si può desumere che una buona parte dei 31 decessi registrati, soprattutto tra bambini e giovani, è stata verosimilmente causata dalla totale mancanza di cure.
Secondo i dati finora disponibili, l’81% delle vittime in Congo sono bambini sotto i 15 anni, con un’incidenza particolarmente alta nei minori di 5 anni. Le femmine costituiscono il 60% dei casi totali. Le condizioni di estrema malnutrizione nella regione (con tasso al 61%, secondo i dati del Paese) e l’elevata presenza di altre patologie come malaria, colera e febbre tifoide stanno aggravando il quadro.
L’epidemia si sta anche verificando in una zona remota, con infrastrutture stradali precarie che ostacolano gli interventi sanitari, soprattutto durante la stagione delle piogge. Gli esperti inviati dall’Oms stanno raccogliendo campioni per test di laboratorio nella città di Kikwit, ma i risultati non sono ancora disponibili.
In Italia, è stato segnalato un caso isolato di un paziente tornato dal Congo, che si è scoperto essere un falso allarme.
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