25 Maggio 2024
Donald Trump (fonte foto Lapresse)
L’accusa e la difesa hanno finito di chiamare i testimoni. Tra poco ci saranno le conclusioni delle parti e poi la giuria riceverà le istruzioni su come applicare la legge a quanto hanno sentito nelle ultime settimane in merito al fallito tentativo di nascondere i soldi pagati da Trump per comprare il silenzio di Stormy Daniels.
È l’occultamento di questi pagamenti, l’averli registrati nei libri contabili come onorario dell’avvocato Michael Cohen senza indicarne il vero motivo, su cui verte il processo. In realtà, si trattava di un rimborso all’avvocato per aver pagato 130 mila dollari alla pornostar per non pubblicare la storia della relazione con Trump, che avrebbe danneggiato la sua campagna
I fatti sono chiari: i pagamenti ci sono stati, il motivo era esplicito, come indicato anche da un contratto scritto. È stato dimostrato chiaramente che il mondo Trump era molto preoccupato per i potenziali effetti di altre rivelazioni sessuali poco dopo le famose parole del candidato che affermava di poter afferrare le donne nelle parti intime con impunità.
Quel che occorre provare è che Trump fosse consapevole del disegno. È necessario non solo che lui abbia approvato i pagamenti, ma che lo abbia fatto consapevolmente e nel proprio interesse politico; cioè che fosse intenzionato a promuovere la propria elezione con mezzi illegali, la falsificazione dei libri contabili.
I difensori di Trump affermano che la prova precisa manca, e quindi esiste il “ragionevole dubbio” necessario per assolverlo dall’accusa. Anche perché il testimone chiave, l’avvocato Cohen, è già stato in prigione per aver mentito al Congresso USA in passato.
Di contro, c’è il fatto che altri testimoni hanno confermato gli stessi fatti da vari punti di vista. Ma soprattutto, la difesa dovrebbe convincere la giuria che esista una qualche spiegazione plausibile diversa da quella proposta dai procuratori. E questo non è facile. Un uomo ricco ma noto per la sua attenzione alle spese anche piccole avrebbe davvero firmato assegni per centinaia di migliaia di dollari senza saperne il perché? Si può pensare che Donald Trump sia la vittima, pure ignara, di una campagna di estorsione da parte di numerose donne che affermano di aver avuto relazioni sessuali con lui? (relazioni che lui nega, tra l’altro, senza convincere nessuno).
È per questo che una condanna sembra probabile. C’è sempre la possibilità che uno o due giurati si rifiutino di condannare Trump per motivi loro. In teoria non dovrebbe succedere, vista la grande attenzione prestata durante la selezione per avere persone disponibili a seguire i fatti senza preconcetti. Ma ogni giurato è sovrano, e se anche uno non sarà convinto allora non si potrà arrivare a una condanna.
La domanda più importante è: quali effetti potrà avere l’esito del processo in termini elettorali? La speranza dei detrattori di Trump di una condanna che metterebbe il Tycoon fuori gioco è svanita con le varie proroghe degli altri processi, in primis quello di Washington per aver cercato di ribaltare le elezioni del 2020. Ora al massimo ci potrà essere una condanna per un reato più fumoso, che sembra riguardare il sesso più che la politica. E anche in caso di una sentenza a qualche anno di prigione, bisognerebbe aspettare molti mesi per la conclusione dell’appello.
I sondaggi dicono che in ogni caso una condanna potrà danneggiare Trump nel voto di novembre. Se dovessi scommettere, direi che perderà solo pochi punti tra alcune fasce della popolazione. Ma in un’elezione che potrà giocarsi su poche decine di migliaia di voti, anche una perdita del genere potrebbe essere decisiva nel determinare la preferenza degli indecisi quando entreranno nell’urna per scegliere il prossimo presidente.
di Andrew Spannaus
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia