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Quando l'antirazzismo diventa razzista, gli eccessi dell'ideologia woke negli Stati Uniti

Dai buoni propositi di agevolare chi è stato discriminato in passato, un esempio di come si rafforzano invece i pregiudizi contro gli afroamericani

25 Marzo 2024

Quando l'antirazzismo diventa razzista, gli eccessi dell'ideologia woke negli Stati Uniti

Fonte foto: wikipedia.it

Gli esseri umani sono tutti uguali, oppure una situazione di svantaggio rende alcuni inferiori? Questa, in fondo, è la questione emersa negli Stati Uniti riguardo ai tentativi di compensare il trattamento negativo degli afroamericani nella storia, soprattutto nell'ambito dell'istruzione. Negli ultimi anni si è passati dall'idea di garantire opportunità alle minoranze, a modificare le aspettative per loro, ad esempio riducendo le attese intellettuali nei loro confronti.

Un esempio ci arriva dall'utilizzo dei "SAT", i test standardizzati che i liceali negli Stati Uniti svolgono per valutare le loro capacità accademiche in vista dell'entrata all'università. Negli ultimi anni, diversi atenei importanti hanno deciso di non considerare più il punteggio di questi esami nella procedura d'ammissione, basandosi sull'idea che una valutazione standard di questo tipo rafforzi le disparità sociali e razziali. Vale a dire che i ragazzi più abbienti (e quindi, in termini di grandi numeri, i bianchi) hanno le risorse per prepararsi e così risultano avvantaggiati nell'entrare alle università più ambite.

Ma l'argomentazione non si ferma qui: alcuni hanno ipotizzato che la natura formale dei test – la grammatica, la matematica, la valutazioni oggettive – risulta poco compatibile con la cultura nera. Addirittura c'è chi dice che i ragazzi neri "non sono capaci di fare matematica" – un'affermazione tanto assurda quanto fondamentalmente razzista.

Ora alcuni degli istituti più importanti del Paese, come Yale, Dartmouth e Brown, hanno deciso di invertire la rotta, ripristinando l'obbligo di svolgere gli SAT, anche sulla base di ricerche che dimostrano una correlazione tra i risultati e il rendimento all'università. Non si tratta dell'unico criterio, ma di un elemento tra vari da prendere in considerazione.

Nel giusto tentativo di garantire le pari opportunità alle minoranze che subiscono ancora gli effetti di ingiustizie politiche e sociali di lunga data, occorre distinguere tra ciò che tende ad eliminare le barriere, e ciò che in realtà rafforza le differenze. Ci sono settori in cui gli afroamericani, per esempio, sono stati discriminati pesantemente fino a pochi anni fa. Un esempio è la casa, in quanto c'erano leggi che non permettevano di concedere i mutui a loro, rendendo molto difficile per le famiglie nere accumulare ricchezza nel corso degli anni.

Potrebbe avere senso, quindi, aiutare queste famiglie a pagare un anticipo per acquistare la casa, rimediando ad un torto storico. Ma sarebbe davvero assurdo pensare che non siano capaci di lavorare e ripagare il mutuo quando hanno la possibilità, un assunto che presume un minore grado di umanità di un'intera classe di persone.

E' giusto prendere in considerazione le condizioni economiche e sociali da cui provengono diversi gruppi sociali; ma nel tentativo di ridurre le disuguaglianze alcuni finiscono invece per accentuarle, dimenticando di puntare sulle caratteristiche e le abilità comuni a tutti gli esseri umani.

Di Andrew Spannaus

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