15 Dicembre 2023
Fonte: lapresse.it
Il presidente dell’Ungheria, Viktor Orbán, ha posto il veto su 50 miliardi di aiuti all’Ucraina stanziati dall’Unione europea. “Riepilogo della nottata: veto sui soldi extra all’Ucraina, veto sulla revisione del Qfp. Torneremo sulla questione l’anno prossimo nel Consiglio europeo dopo un’adeguata preparazione”, rivendica Orbán sui social.
“L'Ungheria è stata rispettata in questo Consiglio”, ha sottolineato il presidente francese Emmanuel Macron. “Ha una voce portata avanti dal suo primo ministro: è normale, difende i suoi interessi". “Orbán è stato ascoltato, ha chiesto un dibattito strategico: lo abbiamo fatto, è stato rispettato. Questo rispetto implica responsabilità: quindi mi aspetto che Orbán nei prossimi mesi, dato che ci sono interessi legittimi, ma anche doveri si comporti come un europeo”.
Macron ha affermato anche di aspettarsi che Orbán “non prenda in ostaggio i progressi politici”, anche perché se “le condizioni oggettivamente fissate e misurate dalla Commissione non verranno rispettate da Kiev non ci sarà alcuna apertura di trattative. Siamo sempre stati chiari: è un processo che si basa sul merito”.
La replica del presidente ungherese non si è fatta attendere. In un’intervista radio Orbán chiarisce qual è la posta in gioco: l’assegnazione all’Ucraina della quota di fondi Ue (pari a 10 miliardi) bloccati per le violazioni allo Stato di diritto. “Ho sempre detto che se qualcuno vuole modificare il bilancio, allora è una grande opportunità per l’Ungheria per chiarire che deve ottenere ciò a cui ha diritto. Non la metà, o un quarto”, dice. A quanto si apprende, per chiudere i negoziati sulla revisione del bilancio sarà convocato un vertice straordinario a inizio 2024, tra gennaio e febbraio.
“Non capiamo perché non possiamo avere accesso a questi soldi”, ha affermato Balázs Orbán, omonimo e consigliere politico del premier Orbán. “Il consigliere ha spiegato che la discussione sui fondi dell'Ungheria congelati (la cui decisione spetta alla Commissione) e quella sulla revisione di bilancio (che spetta agli Stati) sono collegate per Budapest. “Dobbiamo vedere se c'è apertura da parte della Commissione e da parte del leader a Bruxelles per risolvere il problema ungherese. Se saranno aperti a risolverlo, allora il prossimo Consiglio europeo non sarà un fallimento”.
Al termine del vertice dei leader europei, il premier ungherese ha comunque ribadito su X: “L’Ucraina non è pronta per l'adesione all’Ue. Per fortuna avremo molte occasioni per correggere la decisione presa”. Il riferimento è all’avvio dei negoziati per l’ingresso di Kiev nell’Ue annunciato ieri, giovedì 14 dicembre, dal Consiglio europeo.
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