21 Marzo 2023
Xi Jinping e Putin, fonte: imagoeconomica
Una nuova inchiesta dagli Usa fa luce sulle armi che la Cina avrebbe venduto alla Russia in un anno di guerra. Droni in questo caso, una quantità non indifferente considerando che dallo scoppio della guerra in poi, Mosca se ne sarebbe rifornita per un valore di 12 milioni di dollari. È quanto riferisce il New York Times. L'inchiesta si basa sull'analisi dei dati doganali ufficiali russi forniti da una società terza.
Il quotidiano statunitense rivela come la Cina abbia fornito alla Russia un mix di prodotti della Dji, società tecnologica cinese che si occupa proprio di realizzare droni e leader nel suo settore. Protagoniste però anche alcune aziende più piccole, con "intermediari ed esportatori" che in questo caso avrebbero fatto da tramite. Pochi giorni fa era stata un'accusa di Politico a far emergere come Pechino avesse in questo anno di guerra rifornito l'alleato con diverse quantità di armi, compresi "fucili, droni, giubbotti antiproiettile e microchip". Un'accusa che non ha toccato il gigante asiatico, il quale ha spiegato come gli affari tra la Russia e la Cina si inquadrino in uno scenario di "normale cooperazione economica".
Il quotidiano rivela: "È difficile stabilire se i droni cinesi contengano tecnologie americane che violerebbero le norme statunitensi o se siano legali". L'inchiesta di oggi in realtà, è solo parziale in quanto viene aggiunto i droni sono solo una parte di un flusso più ampio di tecnologie attraverso canali non ufficiali che arriva in Russia. Il Cremlino sfrutterebbe nazioni "amiche" come Kazakhstan, Pakistan e Bielorussia. Dji, azienda leader nel settore della vendita di droni, deve affrontare la concorrenza di Autel, produttore cinese con filiali negli Stati Uniti, in Germania e Italia che ha venduto quasi 2 milioni di dollari di droni con l'ultima spedizione risalente al mese scorso.
La Cina prova a dissuadere le ombre su se stessa e sulle presunte armi alla Russia, replicando. Pechino non è "né creatrice né parte della crisi in Ucraina, né ha fornito armi ad alcuna delle due parti in conflitto" ha spiegato il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin. "Gli Usa non sono qualificati per puntare il dito contro la Cina, figuriamoci a incolparla. Dicono di voler mantenere la pace, ma la gente non vede alcun passo effettivo. Quello che vedono tutti è che gli Usa continuano a fornire armi al campo di battagli" chiosa Wenbin.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia