07 Marzo 2023
Nord Stream, fonte Twitter: @dariodangelo91
È stato un gruppo pro-Ucraina a sabotare i due gasdotti Nord Stream. È questa la nuova versione riguardo l'attentato andato in scena lo scorso 26 settembre, sempre dagli Usa, anche se stavolta ad esporsi è il New York Times. Una versione, che in soldoni rivela come "Mosca non c'entri", nel sabotaggio del Nord Stream e i principali responsabili sono oppositori del presidente russo Putin, ucraini ma probabilmente anche russi. La nuova indiscrezione arriva poche settimane dopo che il premio Pulitzer Seymour Hersh ha rivelato come l'attentato al Nord Stream abbia la regia degli Stati Uniti, i quali hanno collaborato con la Norvegia. Una linea, tra l'altro, già dal Giornale d'Italia, che ha svelato anche la partecipazione del Regno Unito, con il coinvolgimento della marina polacca con supporto danese e svedese.
Nonostante non vengano citati nomi, è un gruppo pro-Ucraina ad essere sospettato di aver compiuto l'attentato al Nord Stream. Il New York Times ripercorre le tappe che hanno portato a questo verdetto ascoltando alcuni funzionari statunitensi, i quali riferiscono che oppositori di Putin di nazionalità soprattutto ucraina avrebbero portato avanti le operazioni che hanno visto degli ordigni esplodere portando all'inattività dei gasdotti. Nessun coinvolgimento invece di Regno Unito e Usa. Quest'ultimi tirati in ballo da Hersh.
Una versione che il Pentagono non commenta. Nessuna specifica su chi ha diretto l'operazione e su chi l'ha finanziata. Viene aggiunto come Volodymyr Zelensky e la sua squadra di governo non siano effettivamente coinvolti, anche se nulla si può escludere. Una versione che getterebbe ancora più ombre sul presidente ucraino. Certa invece la mancanza di coinvolgimento dei russi.
La versione del quotidiano, cozza con quanto dichiarato dal premio Pulitzer Seymour Hersh, universalmente riconosciuto come il "più grande giornalista investigativo al mondo". Hersh ha sconvolto il dibattito sul tema, avendo confessato come "Usa e CIA" siano i principali responsabili del sabotaggio andato in scena lo scorso fine settembre.
"L'estate scorsa, i sommozzatori della Marina, sotto la copertura di un’esercitazione NATO nota come Baltops 22, hanno piazzato degli ordigni esplosivi C4 ad attivazione remota che tre mesi dopo hanno distrutto tre dei quattro gasdotti di Nord Stream", scriveva nel suo rapporto Hersh.
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