07 Febbraio 2023
Fonte: Facebook
Potrebbe esserci anche un italiano tra le vittime del violento terremoto che si è verificato al confine tra Turchia e Siria. Si tratta di un nostro connazionale, che pernottava in uno degli alberghi andati distrutti, sarebbe disperso.
In un post su Twitter, il Ministro degli Esteri Tajani ha confermato: "L’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno. Si sta cercando ancora un nostro connazionale, in Turchia per ragioni di lavoro. La Farnesina, fino ad ora, non è riuscita ad entrare in contatto con lui".
Intanto, si continua a scavare per recuperare le persone morte o ferite sotto le macerie dei palazzi crollati a causa delle forti scosse di terremoto che si sono verificate ieri notte al confine tra i due Paesi, nella provincia di Gaziantep.
Al momento il bilancio è di oltre 7 mila morti accertati e di 16 mila feriti. Ma il numero delle vittime potrebbe arrivare a più di 20.000. A dirlo è Catherine Smallwood, responsabile delle emergenze per l'Europa dell'OMS: "C'è sempre la possibilità che si verifichino altri crolli, per cui spesso vediamo che i numeri iniziali si ottuplicano", ha dichiarato all’Agenzia France Presse.
Ma una notizia positiva c’è: una donna è stata estratta viva sotto le macerie insieme ai suoi tre figli a distanza di quasi 30 ore dalla prima scossa di terremoto di magnitudo 7.9 a cui ne sono seguite altre di assestamento, tra cui due di intensità 7.4 e 6.6.
Intanto, si mobilita la comunità internazionale per inviare aiuti in Turchia e in Siria. Erdogan ha lanciato un appello all’unità nazionale e ha ha proclamato sette giorni di lutto nazionale.
L’Unione Europea ha inviato 10 squadre di soccorso provenienti da altrettanti Paesi dell’area Ue.
Anche l’Italia partecipa alle azioni di ricerca e soccorso con l’invio di una prima squadra di vigili del fuoco composta da 50 persone e la squadra Usar, l'unità speciali di ricerca dell'Ares 118, atterrata in Turchia alle 8 di questa mattina.
Ma gli aiuti nel Sud della Turchia e nel Nord della Siria arrivano da tutte le parti del mondo. Gli Stati Uniti hanno promesso “tutto il sostegno necessario” e la Russia è in procinto di inviare 300 militari in Turchia e in Siria.
Intanto, sui luoghi del disastro sarebbero arrivati 13 mila soccorritori partiti da Istanbul, di cui molti volontari e diretti soprattutto ad Hatay, dove mancherebbero le squadre necessarie di soccorso.
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